“In questi giorni abbiamo potuto vedere quanto le istituzioni locali riconoscano alla popolazione trentina il contributo che, di generazione in generazione, ha saputo dare a questa terra - ha detto Fugatti- centocinquant’anni fa, nel 1875, tanti trentini partirono per il Brasile affrontando la fatica e le difficoltà di un nuovo inizio. Hanno lavorato con impegno, serietà e sacrificio, contribuendo in modo decisivo alla crescita e allo sviluppo di queste comunità. È un riconoscimento che oggi ci arriva forte e chiaro: sindaci, amministratori, cittadini ci hanno espresso la loro gratitudine per il lavoro che i trentini hanno svolto nel tempo, con costanza e senza mai lamentarsi, portando ovunque i valori del lavoro, della dignità e del senso di comunità. Siamo qui, dopo 150 anni, per dire grazie ai nostri trentini in Brasile, per ciò che hanno costruito e per l’esempio che continuano a dare. E per rinnovare la vicinanza del Trentino a questa terra, con uno sguardo rivolto al futuro".
"La Casa della Memoria, dedicata all’ex sindaco Umberto Pessati, figura di riferimento per la crescita economica e culturale della comunità, ha rappresentato il momento più significativo della visita - ha ricordato Antonella Giordani, dell’Ufficio Partenariati internazionali della Provincia - Pessati è stata una figura molto importante per questa comunità, che ne ha sostenuto la crescita economica e culturale. Ha saputo promuovere la partecipazione dei giovani e ha dato loro spazio per crescere anche all’interno delle istituzioni locali. È importante continuare a portare avanti questo impegno, perché accanto al naturale sentimento di nostalgia per il legame con il passato, c’è oggi una forte curiosità verso ciò che il Trentino può offrire in termini di studio, lavoro e nuove esperienze.”
In mattinata la delegazione trentina è stata accolta dal sindaco Bruno Pessatti Perini presso il Municipio, dove ha incontrato le autorità e i rappresentanti dei comuni vicini, tra cui Aristides Valentini, sindaco di Taió, e Manoel Arisoli Pereira, sindaco di Rio do Sul.
Il valore delle radici e della memoria è stato sottolineato anche da Fiorelo Zanella, già professore universitario e oggi presidente del Coro Citavi.
“Siamo in una città con una forte discendenza trentina. La maggior parte dei suoi abitanti sono agricoltori, venuti qui per lavorare durante il periodo delle grandi migrazioni. Hanno portato con sé le loro tradizioni, i canti, la lingua, il dialetto e anche la loro religiosità. Hanno dovuto costruire tutto da zero: la chiesa, la scuola, le case.
Oggi questo appuntamento è per noi molto importante, perché il legame che ci unisce a Trento è profondo e dura da molti anni. Da quando abbiamo celebrato i cento anni dell’emigrazione, si è sviluppato un rapporto sempre più stretto con la Provincia e con le città da cui sono partiti i nostri antenati.”
Immagini e interviste a cura dell'ufficio stampa
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