
Accolto da un urlo. Luci (ri)accese e tanto calore. Il Bez arriva così sul palco del Teatro Sociale di Trento. “Vi presento una persona a me molto cara, che mi stando la possibilità di vivere il mio sogno. Signore e Signori: Massimo Rivola” il CEO di Aprilia Racing che rilancia, chiamando Signore e Signori, in collegamento Jorge Martin, Campione del Mondo in carica attualmente alle prese con le cure che lo riporteranno in pista. “Sto bene. Sono in Austria e da Maps ho visto che non siamo nemmeno tanto lontani” dice con quell’italiano un po’ spagnoleggiante che lo rende riconoscibile dalla prima sillaba.
Sono giorni belli e difficili nel Team Aprilia, dice il Bez “dopo la caduta di domenica e gli acciacchi. Ma i controlli dicono che è tutto a posto, in Australia ci sarò.” Dopo l’avvio sfortunato di Martin. Che non ha perso il sorriso e nemmeno la voglia di tornare a mangiar asfalto e adrenalina. “Quella è uno stile di vita. E un bellissimo titolo per il Festival: il prossimo anno non voglio mancare.” Il tutto accolto da un applauso che si sente fino in Austria.
Ma come si affronta una stagione con un numero 1 fermo ai box? “Io credo nei miei piloti e nel lavoro di tutti, dell’azienda. So che stiamo andando nella direzione giusta. E non vedo l’ora di vedere il mio pollaio con due galli a beccarsi.” Risate e leggerezza. “Il rapporto tra noi è buono – risponde Jorge – e ognuno cercherà di fare il suo per portare a casa il titolo. Faremo un lavoro di squadra. Oggi, che sono più maturo, la vedo così.” Misurarsi e competere, non è scontrarsi. “Sono contento – riprende Marco - di essere il suo compagno di squadra. Lui è il numero 1 e da lui potrò imparare. Il nostro box è un bell’ambiente molto carico e sanguigno.”
Ma a proposito di adrenalina, Bezzecchi ricorda la sua prima? “Certo. Ero in un negozio con il mio babbo, davanti a un casco bellissimo ma che non era in vendita perché era quello da gara del figlio del proprietario. Da gara? Ma voglio partecipare anch’io allora! Per mettermi il casco.” Il Bez da gara nasce così.
Il Bez in Aprilia, invece, nasce qualche anno dopo, quando è in Moto2 e Rivola lo contatta. “Lui declina l’invito e fa una scelta che, di fatto, per il suo momento è la migliore. Rimane dove è ma con la manopola destra che gli ho portato in regalo. La sinistra? Consegnata qualche anno dopo, insieme al contratto.” Due manopole e una moto “che quando l’ho vista è stata un’emozione da pelle d’oca. Subito le ho dato un nome: si chiama Alba Rosa.”
E i riti? “Ho delle manie – sorride Marco - diciamo. Sono passaggi, gesti che ripeto per entrare nella concentrazione.” Tra questi anche quel Bidet di umiltà, la scritta che campeggia sempre sulla cartellina del briefing (un adagio in versione modificata, un’altra!). Una visione, un’ottica per ricordarsi che qualsiasi cosa accada, non bisogna perdere il focus. E nemmeno l’umiltà. Nemmeno in sorpasso. “Perché – precisa Rivola – so che si dice che in questa MotoGP e in sella all’Aprila in particolare, non si sorpassa. Parliamo allora della sprint race dell’Indonesia, quando Marco parte dalla pole, al termine del primo giro si trova in ottava posizione e va a chiudere per primo sul traguardo: quanti sorpassi abbiamo contato?”
“Come quello all’ultimo giro. Che adrenalina mi ha dato? Tanto da non rendermene nemmeno conto. Riguardandomi, poi, ho pensato che potevo esultare di più.” Una scarica. Come la vittoria a Misano “Che gusto”. Bezzecchi in versione GarBez, omaggio al film Tre uomini e una gamba. Quella gamba - che con 30mila lire il mio falegname la faceva meglio – poi alzata al cielo insieme alla coppa. Con quel casco con la grafica di legno. E di caschi, il Bez, ne sa. Da sempre.