Mercoledì, 16 Aprile 2014 - 02:00 Comunicato 894

Interesse della Commissione per la proposta basata sul residuo fiscale
BICAMERALE: AUDIZIONE A ROMA DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA

ROMA - Le ragioni storiche dell'Autonomia ma anche, soprattutto, le ragioni attuali dell'Autonomia. Si potrebbe riassumere così l'intervento concluso poco fa dal presidente della Provincia autonoma di Trento chiamato a Roma, a palazzo San Macuto, dalla Commissione bicamerale per le questioni regionali, che sta svolgendo un'indagine conoscitiva sui temi del regionalismo ad autonomia differenziata. Un'occasione importante per riassumere la posizione di Trento e di Bolzano nei confronti del processo di riforma costituzionale in atto e per ribadire con forza che esiste una strada per garantire la solidarietà nazionale rispettando però l'autonomia dei territori. Una strada che passa soprattutto per il tema del residuo fiscale, che ha destato molto interesse. "Vedremo di cogliere qualche suggerimento", ha detto la Commissione al termine dell'audizione.-

Dopo aver ricordato brevemente il portato storico dell'Autonomia, l'esigenza di tutelare le minoranze, il livello di forte arretratezza socioeconomica da cui le nostre comunità si sono riscattate in pochi decenni con un effetto positivo anche per l'economia del Paese, il presidente della Provincia autonoma di Trento ha approfondito il tema dell'autofinanziamento, rivelando che ormai i nove decimi delle entrate fiscali su cui la Provincia poteva contare fino a poco tempo fa, sono scesi ora ai sette e mezzo circa, dopo l'Accordo di Milano e soprattutto dopo le successive manovre finanziarie dei governi che si sono susseguiti alla guida del Paese.
Un rapporto non sempre facile, quello dello Stato con le autonomie locali, e lo stanno a dimostrare i moltissimi ricorsi alla Corte costituzionale: gli ultimi presentati da Trento e Bolzano ad esempio sono oltre venti e ipotecano un volume finanziario di tutto rispetto (si stima attorno ai sei miliardi). "Ma il Trentino non intende porsi in una logica di contrapposizione - ha spiegato Rossi - quanto piuttosto di leale collaborazione con Roma. A questo proposito avevamo già presentato al governo Letta una proposta basata sul meccanismo residuo fiscale, che ora abbiamo riproposto all'attuale presidente del Consiglio, Matteo Renzi. L'aspettativa è che essa venga accolta, e che dal 2018 possa essere definito un meccanismo di autonomia finanziaria che poggia sulla differenza tra gettiti prodotti sul territorio e le spese dirette sostenute dalle Province per gestire le competenze altrove a carico dello Stato". Pur con i necessari approfondimenti, il sistema - secondo il presidente trentino - può essere esteso ad altre regioni a statuto ordinario nell'ottica di dare, a chi ha dimostrato di sapere gestire bene alcune competenze, la possibilità di poterne gestire altre, facendo risparmiare lo Stato in nome del principio dell'efficienza.
L'ultima parte dell'audizione ha riservato un accenno alla riforma del Senato. "Il Trentino, fatta salva la clausola di salvaguardia e il principio dell'intesa, è certamente interessato al varo di regole che garantiscano maggiore equilibrio tra competenze statali e regionali, e confida nel fatto che ciò possa avvenire in un luogo, come il "nuovo" Senato, dove si ricompongono situazioni conflittuali oggi destinate ad affollare la Corte costituzionale." (Gp)

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