"In questi mesi è stato portato avanti un grande lavoro di ascolto e di condivisione del nuovo modello incontrando i sindaci e le comunità, il Consiglio sanitario provinciale, la Consulta per la salute, nonché gli Ordini professionali di ambito sanitario, le Organizzazioni sindacali dell’area dirigenziale e non dirigenziale e il personale interessato attraverso apposite riunioni sul territorio provinciale - commenta l'assessore Stefania Segnana -, lo scorso mese il regolamento è stato adottato dal direttore generale dell'Azienda sanitaria. Ringrazio dunque il Dipartimento provinciale Salute, con il suo dirigente Giancarlo Ruscitti e con Andrea Maria Anselmo, Franca Bellotti, Chatia Torresani e Cristina Apolloni, nonché il consiglio direttivo dell’Azienda sanitaria per il lavoro svolto con grande impegno. Con questa deliberazione avviamo l’implementazione del nuovo modello organizzativo, la cui applicazione a regime dovrà essere assicurata col 1° gennaio 2023", conclude l'assessore provinciale alla salute.
"I distretti non sono dei compartimento stagni, ma una soluzione organizzativa che permette di decentrare al meglio i servizi - ha commentato il direttore generale Ferro -. Centrale il rapporto tra il nuovo assetto e il percorso di riforma della medicina di famiglia e territoriale. Una delle novità fondamentali della riorganizzazione è infatti la rete professionale locale per portare la salute a casa del paziente, offrendo tutte quelle prestazioni domiciliari che costituiscono la quasi totalità del fabbisogno in termini di risposta sociosanitaria dei cittadini. Questa è la chiave di volta per migliorare in modo importante la nostra sanità del presente e futuro, considerando l’invecchiamento, l’aumento delle malattie cronico-degenerative e permettendo anche di utilizzare i device per la telemedicina. Fondamentale poi il ruolo della Scuola universitaria di medicina - ha concluso il direttore generale - per valorizzare la rete ospedaliera provinciale e fornire un centro di eccellenza da spendere anche per arricchire le competenze dei presidi nelle valli".
Il nuovo regolamento dell'Apss
La "riforma" punta ad avvicinare i servizi territoriali e ospedalieri al cittadino, a garantire equità di accesso e di cure, ad assicurare una presa in carico integrata del paziente, in collegamento con una rete di cure unitaria, territoriale ed ospedaliera diffusa. È per questo che la governance dell’accesso e della continuità delle cure è posta nei tre distretti sanitari Nord, Sud ed Est, ai quali è affidato il ruolo di coordinamento e di integrazione.
Fondamentale, nel quadro complessivo, lo sviluppo di un’alleanza con la medicina di famiglia, gli specialisti, gli infermieri e in generale con i professionisti sanitari e sociosanitari che garantiscono servizi sul territorio. La Medicina di gruppo integrata e le Reti professionali locali vanno in questo senso e puntano ad un’integrazione generale dei professionisti sanitari e socio-sanitari sul territorio per garantire vicinanza, accessibilità e continuità assistenziale, in particolare nella presa in carico e nella gestione domiciliare delle situazioni di cronicità e per facilitare il coinvolgimento attivo dei pazienti. Il nuovo assetto garantisce un coordinamento della sanità territoriale (con funzione di sintesi e presidio della uniformità, equità e sostenibilità del sistema sanitario sul territorio).
Tre distretti con sei ambiti territoriali: distretto Nord (Trento e Valle dei Laghi; Val di Non e Sole, Rotaliana, Paganella), distretto Sud (Vallagarina e Altipiani Cimbri; Alto Garda e Giudicarie), distretto Est (Cembra, Fiemme e Fassa; Valsugana, Tesino e Primiero).
La riforma è stata costruita pensando i distretti e il dipartimento di prevenzione connessi all’ospedale policentrico: centri specializzati per patologia distribuiti all’interno della rete ospedaliera, che possano garantire la prossimità delle cure con il territorio, la complementarietà e sussidiarietà delle strutture ospedaliere, nel rispetto delle esigenze locali. Ogni ospedale di valle sarà caratterizzato come ospedale di riferimento provinciale per alcuni percorsi.
Il disegno della riorganizzazione prevede i dipartimenti territoriali, ospedalieri e transmurali (con la creazione di tre nuovi dipartimenti transmurali: pediatrico, ostetrico-ginecologico e “anziani e longevità”).
Il nuovo regolamento individuato dalla Giunta, anche alla luce di quanto emerso nella gestione della pandemia, valorizza la prossimità al cittadino dei servizi territoriali e ospedalieri e prevede risposte organizzative e gestionali diversificate in relazione ai bisogni di salute espressi dai diversi ambiti territoriali. Il modello di “ospedale policentrico” integrato con il territorio si completa con i tre distretti sanitari definiti dall'esecutivo lo scorso mese di dicembre.
La nuova organizzazione comporta un maggiore costo complessivo su base annua di circa 2 milioni di euro.
(at e vt)