Lunedì, 01 Dicembre 2025 - 16:43 Comunicato 3610

Inaugurato anche l’Ospedale di comunità
Ad Ala apre la prima Casa di comunità del Trentino

Ala scrive oggi una nuova e importante pagina per la sanità territoriale. E lo fa aprendo ufficialmente la prima Casa di comunità del Trentino, un presidio moderno e accogliente che porta i servizi socio sanitari più vicini ai cittadini. Un cambio di passo importante per tutta la Vallagarina meridionale che vede oggi nell’ex ospedale un luogo completamente ripensato: più aperto, accessibile e vicino ai bisogni reali delle persone. La struttura, rinnovata grazie agli investimenti PNRR, unisce in un unico spazio servizi sanitari, socio-sanitari e di orientamento. Rappresenta un punto di accesso quotidiano, un presidio che vive nel territorio e cresce e si sviluppa insieme al territorio. Accanto ai servizi territoriali della Casa della comunità si inserisce anche il nuovo Ospedale di comunità, una struttura intermedia pensata per quei pazienti che dopo un episodio di ricovero hanno necessità di recuperare alcune funzioni prima di rientrare a casa o viceversa che dal domicilio hanno bisogno di un intervento “protetto”. La nuova Casa della comunità e il nuovo Ospedale della comunità sono stati presentati oggi alla popolazione con una cerimonia inaugurale che ha visto la presenza delle più alte autorità provinciali e territoriali: il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, l’assessore provinciale alla salute Mario Tonina, il dirigente generale del Dipartimento salute e politiche sociali Andrea Ziglio, il direttore generale di Apss Antonio Ferro e la direttrice sanitaria Denise Signorelli, il sindaco di Ala Stefano Gatti con l’assessore e onorevole Vanessa Cattoi, il sindaco di Avio Ivano Fracchetti, il presidente della Comunità della Vallagarina Alberto Scerbo, il presidente della Apsp “Ubaldo Campagnola” Andrea Bandera e un nutrito gruppo di rappresentanti delle autorità e associazioni locali.
Taglio del nastro Casa di comunità Ala [ Ufficio comunicazione Apss]

A illustrare come la Casa della comunità e l’Ospedale di comunità operino in stretta integrazione con i servizi territoriali, la rete ospedaliera e la medicina generale, costituendo un modello di prossimità volto a garantire continuità, personalizzazione della cura e maggiore accessibilità ai servizi, è stata la direttrice sanitaria di Apss Denise Signorelli. «L’apertura della Casa di comunità di Ala – ha spiegato – segna l’avvio di una fase di dialogo con il territorio e la comunità. L’inaugurazione consegna al territorio una struttura rinnovata, con i lavori ultimati e i primi servizi operativi, ma soprattutto segna l’avvio di un percorso di co-progettazione insieme alla comunità – attraverso un tavolo di coordinamento permanente – del nuovo modello di assistenza territoriale. La Casa di comunità non sarà quindi una semplice struttura, ma un punto di riferimento del territorio alla cui costruzione collaboreranno professionisti, servizi sanitari e sociali, enti locali, volontariato e terzo settore». 

La Casa della comunità di Ala serve un territorio ampio – circa 28 mila persone – che comprende i comuni di Ala, Avio, Brentonico, Mori e Ronzo-Chienis. Entrando nella Casa della comunità si trova subito il Punto unico di accesso: una vera «porta d’ingresso» che aiuta le persone a orientarsi tra servizi sanitari e sociali, informazioni amministrative e bisogni più complessi. La struttura integra in un unico luogo i servizi sanitari già presenti e quelli introdotti o potenziati grazie ai fondi del PNRR, offrendo un modello di sanità più vicino e più facile da raggiungere.

All’interno della struttura sarà garantita l’assistenza primaria attraverso i Medici di medicina generale, i quali organizzati in Aggregazioni funzionali territoriali (AFT), offriranno attraverso la loro integrazione un’accessibilità al cittadino strutturata su più livelli: la visita dal proprio medico o, in caso di un bisogno ritenuto urgente, anche da uno dei medici di medicina generale appartenenti alla stessa AFT. In questo secondo caso il cittadino potrebbe esser ricevuto anche in uno degli ambulatori presenti nel territorio di riferimento della Casa della Comunità: la scelta di non concentrare tutti gli ambulatori della medicina generale garantisce la prossimità dei servizi e viene ritenuta un valore da rispettare. Un ulteriore sviluppo potrà essere garantito dall’estensione dell’orario della Continuità Assistenziale nelle fasce pomeridiane con accesso mediato dal 116117, così da garantire una risposta rapida a problemi che in alternativa spingerebbero il cittadino a rivolgersi in modo inappropriato al Pronto Soccorso e potrebbe essere un punto di riferimento stabile anche per studenti, lavoratori e cittadini senza medico. Il servizio di  Continuità assistenziale (ex guardia medica), manterrà fin da subito l’orario di presenza notturno, prefestivo e festivo. Ci sono poi i Pediatri di libera scelta con i quali si svilupperanno progettualità specifiche in riferimento all’età evolutiva. Accanto alla medicina di famiglia sarà garantita la presenza degli specialisti: nove discipline che vanno dall’odontoiatria alla chirurgia vascolare, dalla dermatologia alla fisiatria, fino alla cardiologia e al Centro per i disturbi cognitivi e le demenze. La telemedicina permette inoltre di collegare la Casa della comunità ai centri specialistici della provincia, facilitando i percorsi diagnostici e la presa in carico delle persone con patologie croniche. 

Molto forte sarà anche la presenza infermieristica: dieci professionisti, tra cui gli infermieri di famiglia e comunità, seguono i cittadini in modo continuativo, sia in sede – con ambulatori dedicati, medicazioni, terapie, punto prelievi – sia a domicilio nei cinque comuni del territorio. Il loro ruolo è ormai centrale: sono il volto quotidiano della sanità, quelli che accompagnano i malati cronici, monitorano i parametri clinici, aiutano a comprendere le terapie e anticipano i problemi prima che si trasformino in emergenze. 

I cittadini troveranno poi un riferimento importante per tutto ciò che concerne la prevenzione e la promuove salute: vaccinazioni, screening oncologici, iniziative One Health, campagne educative, collaborazioni con associazioni del territorio come Salute Donna onlus, che proprio qui da tempo anima percorsi di prevenzione per le donne. Ala ospita inoltre un punto prelievi aperto ogni mattina e servizi di diagnostica di base (come ecografi ed ECG), strumenti che consentono alla medicina di famiglia, alla continuità assistenziale e agli specialisti di fare valutazioni più complete senza spostamenti inutili. 

Il legame con i Servizi sociali è un altro pilastro della struttura. La Casa della comunità non si limita a ospitare funzioni amministrative, ma integra davvero il lavoro con assistenti sociali, consultori e altri servizi per la fragilità. In caso di bisogni complessi, il PUA attiva percorsi condivisi e l’Unità di valutazione multidimensionale (UVM), così che la persona non debba “ricominciare da zero” a ogni sportello. 

Elemento qualificante della nuova organizzazione territoriale è l’avvio dell’Ospedale di comunità al secondo piano della struttura, con 20 posti letto. Come struttura intermedia tra ospedale e domicilio potrà accogliere pazienti che non necessitano più della degenza ospedaliera ma che richiedono assistenza sanitaria continuativa non erogabile a casa, favorendo dimissioni sicure, continuità assistenziale e un adeguato supporto nella gestione della propria condizione clinica. La gestione clinico-assistenziale dei pazienti è affidata, in convenzione, al personale sanitario dell’Apsp “Ubaldo Campagnola” di Avio.

«L’inaugurazione di oggi – ha spiegato il direttore generale di Apss Antonio Ferro -  rappresenta un passaggio significativo nel percorso di sviluppo e riorganizzazione della medicina territoriale, con l’obiettivo di garantire una sanità sempre più vicina al cittadino e pienamente allineata al DM 77 e al modello delle Aft. Il lavoro in équipe dei medici di medicina generale e la loro presenza nella Casa di comunità costituiscono un elemento qualificante di questa evoluzione. Il nostro impegno è costruire un modello trentino che sappia coniugare il potenziamento delle Case di comunità e dei servizi con la salvaguardia dei presidi territoriali: gli ambulatori periferici non verranno meno al loro ruolo. In queste strutture si realizza inoltre un’integrazione sempre più stretta tra ambito sociale e sanitario, necessaria in una società profondamente cambiata. La Casa di comunità  – ha concluso Ferro – è un punto di partenza e non di arrivo: un centro in cui i medici di medicina generale possono operare a stretto contatto con gli specialisti, migliorando la continuità assistenziale. Nei primi mesi del 2026 saranno operative anche le altre Case di comunità, e anche nell’ambito della nuova Asuit questo modello rappresenta un tassello fondamentale per il futuro della sanità trentina». 

«Grazie a tutti per essere qui in un momento di grande valore per la nostra sanità territoriale – ha sottolineato l’assessore provinciale alla salute Mario Tonina. Oggi celebriamo un orgoglio trentino: la conferma che questo territorio sa essere all’altezza delle sfide, competente e capace di credere davvero nella sanità di prossimità. I lavori sono partiti in tempo grazie alle risorse del PNRR e al lavoro dell’ex assessore Segnana. Questa struttura è frutto di un grande investimento (3 milioni di euro per l’ex Casa della salute, 750 mila euro per la Casa della comunità e 2 milioni di euro per l’Ospedale di comunità) e saprà garantire importanti servizi socio sanitari, oltre all’Ospedale di comunità (con 20 posti letto) e ai 20 posti di RSA operativi da fine gennaio. La Casa della comunità rappresenta il primo punto di accoglienza del territorio e il concetto di accoglienza sarà sempre più decisivo, soprattutto per una popolazione che invecchia e ha bisogno di riferimenti chiari e vicini. Con le altre Case della comunità previste in tutto il Trentino vogliamo assicurare una presenza capillare sul territorio, capace di dare risposte tempestive e di contribuire anche alla riduzione delle liste d’attesa e delle lunghe file nei pronto soccorso. È una sfida importante, un cambio di paradigma che possiamo vincere solo insieme, parte politica e parte tecnica, lavorando con responsabilità sui concetti chiave della prevenzione, dell’appropriatezza e della prossimità. Possiamo farcela perché possiamo contare su ospedali centrali e territoriali di qualità, sulle capacità dei nostri operatori sanitari e sul percorso avviato con la nuova Asuit e la Facoltà di Medicina, che rafforzeranno l’attrattività del sistema e la crescita dei nostri professionisti. La salute è il bene più prezioso: investire nella prevenzione e nella prossimità significa investire nella vita stessa».

«Desidero innanzitutto salutare e ringraziare di cuore tutte le autorità presenti, gli amministratori locali, i volontari e le forze dell’ordine. Oggi – ha dichiarato il presidente della Provincia Maurizio Fugatti – non inauguriamo soltanto una nuova struttura: riviviamo anche un pezzo della storia di questa comunità. C’è un po’ di amarcord, perché tutti ricordiamo le tante lettere arrivate alla Provincia per chiedere di non chiudere l’ospedale di Ala. Erano altri tempi, il mondo stava per cambiare e la pandemia lo ha cambiato in modo profondo. Questo territorio è stato però pioniere nel non rassegnarsi. E proprio il Covid ci ha fatto capire quanto siano fondamentali i servizi di prossimità, vicini alle persone e alle famiglie. Oggi, con la Casa della comunità di Ala, un obiettivo importante è stato raggiunto, ma non ci fermiamo qui. Sappiamo che le problematiche della sanità esistono, lo diciamo con realismo e senza nasconderle. Tuttavia il Trentino resta tra i primi territori in Italia per qualità della vita, anche grazie alla solidità del nostro sistema socio-sanitario. E nonostante le difficoltà, la maggior parte dei cittadini che si cura nel nostro servizio sanitario esprime soddisfazione per la qualità delle prestazioni e per l’umanità dei nostri operatori. Di questo dobbiamo essere fieri. La Casa della comunità di Ala è la prima struttura di questo tipo in Trentino: ora dovrà crescere, sviluppare pienamente i suoi servizi e mettere a terra le progettualità. Siamo convinti di aver dato una risposta concreta a un territorio che la meritava. Voglio ringraziare gli amministratori di ieri e di oggi: le vostre battaglie hanno portato risultati. La Casa della comunità di Ala è anche frutto del vostro impegno». 

Le autorità intervenute hanno sottolineato il valore strategico della nuova Casa di comunità per Ala e per tutto il territorio circostante. Il sindaco di Ala Stefano Gatti ha parlato di un «traguardo atteso da oltre vent’anni, che restituisce vita all’ex ospedale e porta nuovi servizi, tra cui l’imminente apertura della RSA da 20 posti. Ala diventa la “testa d’ariete” di un nuovo modo di fare salute e socialità in Trentino», ha dichiarato, ringraziando il tavolo di coordinamento in fase di costituzione e assicurando la piena collaborazione delle amministrazioni locali. Per la Comunità della Vallagarina il presidente Alberto Scerbo ha evidenziato come la Casa della comunità di Ala rappresenti pienamente la «forte sinergia tra sociale, sanità e volontariato». L’apertura di Ala «non è un punto di arrivo, ma l’inizio di un percorso condiviso che sarà anche un banco di prova per altri territori. Da parte nostra – ha concluso – ci sarà la massima collaborazione». Il presidente del Consiglio provinciale Claudio Soini, già sindaco di Ala, ha ricordato il lungo iter avviato nel 2013 per far rinascere l’ex ospedale. «Quello di oggi – ha dichiarato - è un risultato che conferma la capacità del Trentino di essere modello». L’onorevole e assessore comunale Vanessa Cattoi ha richiamato il ruolo delle associazioni locali e il nuovo paradigma introdotto dal DM 77 «che ha ridisegnato la sanità mettendo la persona al centro di un sistema multidisciplinare. La Casa di comunità garantirà continuità socio-assistenziale dalla prevenzione alla cura, con servizi intermedi innovativi e la figura dell’infermiere di famiglia. È un progetto di cui essere orgogliosi».  – ha detto, ringraziando il personale che renderà viva la struttura. La consigliera provinciale ed ex assessore provinciale alla salute Stefania Segnana ha infine ripercorso i passaggi chiave che hanno portato alla Casa di comunità ed evidenziato la necessità di integrare i medici di medicina generale nella Casa di comunità senza sottrarli ai territori, per mantenere un presidio medico capillare. Una sfida importante, resa possibile dal protocollo condiviso con i sindaci».

 

 

  

Service video a cura dell'Ufficio stampa Pat disponibile qui

(vt)


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