La Presidente di Autostrade per l'Italia ha aperto il dibattito, evidenziato il distacco dagli stili manageriali del passato, sottolineando come l'attuale contesto geopolitico ed economico, caratterizzato da fenomeni interconnessi, stia provocando un'accelerazione amplificata. L'aumento dei prezzi dell'energia e dei materiali è solo uno dei cambiamenti cui la società si è trovata a far fronte. In questo scenario, le aziende devono produrre risultati, ma anche essere pronte ad affrontare trasformazioni significative in due direzioni: la necessità di gestire le aziende con agilità e l'importanza crescente delle tematiche legate alla sostenibilità, spinte sia dagli azionisti che dalla normativa. La definizione di successo per un leader non si limita più quindi al raggiungimento di risultati immediati, ma include la creazione di benessere a lungo termine estesa a tutti gli stakeholder: dipendenti, clienti, fornitori e comunità.
Cristiana Scelza, Presidente di Valore D, ha sottolineato che, pur trovandosi in momenti storici diversi, ogni Paese mostra caratteristiche di leadership universali. La pandemia ha generato un clima di incertezza che ha spinto molti a rifugiarsi in modelli consolidati. Tuttavia, la vera sfida è abbracciare una visione inclusiva e di adattabilità, anche se più impegnativa. Se un team omogeneo può garantire risultati immediati, a lungo termine è il gruppo eterogeneo a ottenere performance superiori. Oggi, i giovani chiedono un mondo migliore e un futuro sostenibile, non solo risultati a breve termine legati all’oggi.
Sergio Marullo di Condojanni ha quindi descritto la figura del leader moderno come colui che tenta di immaginare dove vuole essere e dove vuole arrivare, considerando non solo il profitto, ma anche altri aspetti fondamentali, come la visione strategica, la scelta della squadra e l'adozione di prospettive sostenibili, attraverso azioni che richiedono un adeguamento di mentalità e di lavoro di gruppo, legate ad esempio al tema dello smartworking. Ha inoltre fatto cenno alla difficoltà di attrarre giovani talenti, con i quali è importante condividere i valori dell’azienda e ragionare per obiettivi chiari e sostenibili.
Come input finale, il giornalista Simone Spetia ha chiesto ai relatori come sia possibile conciliare il concetto di leadership con quello di inclusione.
Per Marullo di Condojanni, il leader si misura per obiettivi e non per genere, valorizzando comportamenti e performance individuali. Ogni persona porta le proprie attitudini e dovrebbe essere libera di fare le scelte professionali e personali che desidera, quindi misurare indipendentemente dal genere è il miglior modo per includere tutti. Di parere diverso Cristiana Scelza, che ha evidenziato le diversità tra leader uomini e donne e gli stereotipi che ancora oggi limitano i talenti. Considerando che ci vorranno 136 anni per raggiungere la parità di genere, parlare solo di obiettivi rischia di trascurare molti aspetti importanti.
Elisabetta Oliveri ha osservato che i diversi stili di leadership, in passato, hanno penalizzato le donne che non erano sufficientemente assertive e direttive. Tuttavia, il nuovo stile di leadership femminile, caratterizzato da un coinvolgimento empatico, può affermarsi con le mutate condizioni ambientali.