Domenica, 16 Aprile 2023 - 13:58 Comunicato 1054

A Educa la presentazione della Fondazione Franco Demarchi
Una sperimentazione verso una Comunità educante

Oggi a Educa si è parlato di cosa significa comunità educante e del senso educativo oggi. È stata presentata la sperimentazione condotta da Fondazione Franco Demarchi, che ha visto il coinvolgimento di 8 amministrazioni locali, 38 scuole, 333 associazioni, per un totale di oltre 41.000 persone, con l’obiettivo di creare la prima rete provinciale dei territori educanti.
“L’esito finale della ricerca - hanno riferito Elisa Bortolamedi educatrice e Federico Samaden, presidente della Fondazione Demarchi, intervenuti all’incontro - sarà la definizione di uno strumento attraverso il quale i singoli territori potranno testare il proprio grado di sviluppo come comunità educante e attingere ad un repertorio di indicazioni per migliorare le proprie performance in questo campo, nell’ottica di creare una comunità di pratiche, una rete dei territori educanti che possa essere un fucina di idee e alimentare uno scambio di buone pratiche.”
Educa - incontro Comunità educanti - Elisa Bortolamedi, educatrice e collaboratrice FFD e Federico Samaden, presidente FFD [ FFD]

In apertura Samaden ha spiegato come la sperimentazione messa in campo dalla Fondazione Demarchi nasce dalla consapevolezza che i processi educativi oggi non possono più essere in capo alle scuole e come, nei confronti di questo tema, sia necessario costruire e definire strumenti per distribuire una responsabilità educativa: “Ci siamo rivolti ai sindaci chiedendo la capacità educante dei loro territori e abbiamo pensato ad uno strumento operativo che possa aiutarli ad essere più attenti e accorti verso questo tema, per coglierne punti di forza e di debolezza ed individuare le azioni da mettere in campo ogni anno per migliorare la capacità educante del loro territorio.” Rispetto allo scenario di partenza Samaden ha sottolineato come la crisi scatenata dalla pandemia abbia evidenziato più di prima le povertà e diseguaglianze, la scarsa equità sociale della scuola italiana, le differenze tra aree geografiche in una sorta di scandalosa localizzazione dei diritti, rigidità organizzativa e limiti metodologici. Da questo “emerge l’importanza - prosegue il presidente della Fondazione - di una scuola capace essa stessa di un forte impegno civico nei confronti di un bene comune come crescita dei giovani, aperta alle domande sociali, in grado di promuovere alleanze con chi, nel mondo della cultura e dell’economia, ne condivide l’importanza. Non basta la scuola, per educare occorre che anche la società eserciti un suo ruolo educativo.”
A spiegare l’interrogativo di partenza della ricerca Elisa Bortolamedi è intervenuta sottolineando la necessità di definire che cos’è una comunità educante e quali sono gli indicatori utili alla sua mappatura per individuare le dimensioni educanti, proprie di ogni comunità, declinando una serie di indicatori smart e di facile compilazione che aiutino a definire in che modo un territorio si possa definire “educante”. “La comunità educante - sottolinea quindi Bortolamedi - è l’insieme degli attori territoriali che si impegnano a garantire il benessere e la crescita di ragazze e ragazzi. Per costruire una comunità educante è necessario perseguire un obiettivo comune, curare il clima, comprendere le diversità, mediare, aspettarsi divergenze e pensare in funzione al risultato. Secondo l’esperienza sviluppata negli anni nei contesti periferici delle maggiori città italiane - prosegue Bortolamedi - per lavorare alla creazione di una comunità educante è necessario e opportuno costruire alleanze sia tra i soggetti del terzo settore sia tra le realtà del privato sociale, condividere strumenti, modalità organizzative e pratiche di lavoro, individuare comuni prospettive di senso e di cambiamento, tenendo conto delle specificità del nostro territorio.”
In merito alla sperimentazione iniziata a fine 2021 Bortolamedi ha spiegato: “Lo scorso anno abbiamo individuato nel comune di Pergine Valsugana, un territorio test, un comune di medie dimensioni che vede il coinvolgimento di 8 amministrazioni locali, 38 scuole, 333 associazioni e quindi 41.320 cittadini rappresentati in questa fase di testazione. Abbiamo quindi individuato un indice che si compone di 12 categorie come scuola, famiglia, attività culturali, attività sportive, l’abitare, la sostenibilità ambientale, il volontariato, lo sviluppo digitale, il mondo del lavoro, la salute, la rete tra i soggetti, l’inclusione sociale. Attraverso interviste rivolte alla comunità abbiamo quindi raccolto alcune evidenze che mettono in luce come i territori più piccoli ottengono punteggi inferiori, come la motivazione dei compilatori incide nella compilazione del questionario e come in generale gli amministratori e le amministratrici hanno dimostrato grande interesse per il tema.In chiusura Bortolamedi ha posto l’accento sui possibili scenari in cui le amministrazioni potranno scegliere se migliorare uno o più aspetti dei loro territori, si potranno tarare interventi mirati sui territori coinvolti e creare un network delle comunità educanti.
I primi esiti della ricerca saranno presentati prossimamente al Festival dell’Economia.

(ld)


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