"Ci sono tre livelli di transizione ecologica" ha spiegato il ministro Cingolani. Un primo livello è mondiale: qui serve della finanza verde, che stimoli le aziende ad investire in opere green e azioni sostenibili. Poi c'è un livello intermedio, che comprende i Paesi della Cop 26, l'Europa, quasi tutta, e l'Italia, naturalmente: realtà che in passato hanno inquinato e che ora faticano a spiegare ai Paesi emergenti "No, ora voi non inquinate più". Serve accompagnare e sostenere anche questi Paesi nella transizione ecologica. Infine, il livello locale: bisogna capire che nulla sarà gratis, nella transizione alla sostenibilità. Il pianeta, da risorsa saccheggiata, diventa l'obiettivo della nuova crescita rispettosa. Da una crescita per noi, alle spese del pianeta, - ha ribadito Cingolani - dobbiamo arrivare a un modello di crescita in cui il pianeta diventi l'usufruttuario. I timori: che la finanza non sappia riconoscere gli investimenti giusti ma possa cadere in progetti di "green washing", ovvero verdi solo all'apparenza. E non dobbiamo essere ideologici.
Il recovery Plan, quinquennale, è solo l'inizio di un lancio in orbita di un nuovo modello di economia, in cui l'Italia è già a buon punto. Il Pnrr pensa ora ai prossimi 5 anni. Importantissimi. Ma la decarbonizzazione totale ci aspetta al varco entro il 2050. Stiamo solo accendendo il motore, quindi. Sarà una maratona, un viaggio lunghissimo. Cingolani, sollecitato sul tema della burocrazia, ha dato una risposta sincera, da parte di chi è stato su entrambi i fronti della barricata: "Soffro la burocrazia inutile, non quella che ci tutela. Certo, si può e si deve essere più veloci nell'applicare le decisioni. Tra un anno mi piacerebbe tornare al Festival per un fact-checking di quanto fatto. C'è un'ipertrofia legale da superare. E basta demonizzare l'industria.
L'ideologia rallenta e rende più dolorosa la transizione, così come le bufale su internet. Serve una controinformazione". La professoressa Boselli ha ricordato l'urgenza di spiegare a mercati e finanza cos'è davvero industria o transizione verde. Massimo De Alessandri ha riconosciuto l'importanza di una coscienza green, come quella trentina, dove la raccolta differenziata dei rifiuti è all'85%, l'idroelettrico sviluppato. Per il sindaco Ianeselli c'è il rischio che i buoni propositi restino solo un'etichetta: transizione ecologica, smart city, rigenerazione urbana. Ma c'è anche il rischio - da amministratori - di avere paura di decidere. Andrea Ghiselli, Ad di Ef solare Italia, ha portato il punto di vista dell'agrofotovoltaico: "Gli aspetti tecnologici e digitali saranno fondamentali per la sostenibilità ambientale". In platea il presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti e il direttore scientifico del Festival Tito Boeri.