“E’ evidente che abbiamo alle spalle un 2021 molto buono, abbiamo affrontato la prima parte dell’anno con un portafoglio ordini che ha portato risultati soddisfacenti, però ci sono delle forti preoccupazioni. Bisogna premettere che alcuni problemi, come i costi delle materie prime e delle fonti energetiche, risalgono a prima della guerra, di fatto il modo in cui tutti noi abbiamo prodotto e comprato prima del Covid presentava dei limiti. Nel 2020, c’è stata una congestione complessiva e quando l’economia è ripresa a metà 2021, grazie anche ad incentivi massicci, la crescita è stata violenta con il conseguente rialzo dei prezzi. La guerra non ha fatto altro che acuire e rendere duraturi questi effetti. E’ innegabile che stiamo affrontando una serie di problema importanti, costi enormi di energia elettrica e gas, un aumento del prezzo delle materie prime, un aumento dell’inflazione, gli ordini sono fino a giugno del prossimo anno, ma quelli che raccogliamo oggi sono fortemente rallentati".
Incertezza e peggioramento della situazione. "Non penso ci sarà una recessione pesante - afferma Marcegaglia - ma sicuramente un rallentamento significativo, stiamo andando incontro ad una situazione in peggioramento. A partire da luglio l’economia rallenterà, l’inflazione rimarrà alta e i costi permarranno significativi”. Una preoccupazione molto forte sentita in tutti i settori, per cui si sta cercando alternative con prodotti e mercati nuovi, ma il rallentamento interessa tutta l’Europa ed il mondo.
Sulla transizione energetica, la presidente Marcegaglia afferma con forza che: “Personalmente, ma anche nell’industria italiana, condividiamo e crediamo fortemente in questo processo. E’ un tema essenziale e di responsabilità delle imprese che stanno investendo in tal senso. Però il processo della produzione di energia cambia radicalmente e soprattutto ha forti costi. Sicuramente nella transizione energetica abbiamo un’opportunità come Europa, ci viene riconosciuta anche una leadership a livello mondiale, ma quello che non mi piace della Commissione Europea è preferire un approccio ideologico, in cui non si calcola il costo e l’impatto sulle filiere industriali italiane ad un approccio di neutralità tecnologica, dettando solo la via su alcuni metodi. Serve invece un processo serio e realistico e non ideologico dove vengano tenuti in considerazione tutti gli aspetti”.
Sulla diversificazione delle fonti rinnovabili, Marcegaglia fa riferimento alla forte dipendenza dell’Italia per quanto riguarda gas e energia elettrica: “Siamo un paese manifatturiero quindi con una forte necessità di avere gas e dipendiamo fortemente dal gas russo. Bisogna considerare che si sta affrontando il tema, le diversificazioni delle fonti sono una soluzione, ma il gas continuerà ad essere un elemento importante nella transizione energetica".
L’Italia quindi è penalizzata, ma il governo si sta muovendo nel modo giusto: “Consiglierei solamente di porre in essere azioni più strutturate come produrre più gas a livello nazionale, fare più rinnovabile, investire nella cattura e nel riutilizzo di CO2, utilizzando tutti i metodi a disposizione”.
Transizione energetica, no ad un approccio ideologico, sì ad un processo serio e realistico
FESTIVAL ECONOMIA TRENTO - Come sta l’economia? Pochi possono fornire una fotografia più reale e puntuale della situazione in atto, come Emma Marcegaglia, presidente e amministratore delegato del Gruppo Marcegaglia, ex presidente di Confindustria, ex presidente della Luiss, ex presidente dell’Eni. Emma Marcegaglia, intervistata dal direttore dell'Adige Alberto Faustini, parla della salute della nostra economia in seguito a pandemia e guerra e critica l’approccio ideologico della Commissione Europea sulla transizione energetica.