Mercoledì, 10 Dicembre 2025 - 17:08 Comunicato 3727

Al convegno della Cooperazione Trentina il vicepresidente richiama l’importanza della conciliazione vita-lavoro e dell’applicazione della legge 68.
Spinelli: “Conciliazione e parità di genere, priorità per un cambiamento reale”

“La conciliazione famiglia-lavoro rimane un obiettivo prioritario. La Provincia vuole essere protagonista di un cambiamento che riguarda non solo il mondo del lavoro ma anche degli organismi amministrativi, delle associazioni, delle società di capitali e delle cooperative”. Sono state queste le parole del vicepresidente e assessore allo sviluppo economico della Provincia autonoma di Trento Achille Spinelli al convegno organizzato dalla Cooperazione Trentina sul tema della parità di genere e, in particolare, sulla certificazione di parità come leva di cambiamento, innovazione e crescita per le imprese.
“Quando parlo di inclusione penso anche a un altro tema decisivo: l’applicazione della legge 68, troppo spesso disattesa. Le aziende che la applicano scoprono il valore aggiunto delle persone con disabilità; chi non lo fa rinuncia a un’opportunità importante – ha continuato Spinelli - non si tratta solo di migliorare la condizione delle persone con disabilità, ma anche di accrescere la cultura aziendale, il benessere organizzativo e la capacità inclusiva dei collaboratori. Su questo intendiamo fare di più, introducendo strumenti nuovi e più efficaci rispetto al passato”.

“La parità di genere è un elemento essenziale di progresso, perché genera valore e attiva risorse capaci di incidere sullo sviluppo sociale e sulla competitività delle imprese. Anche dal punto di vista della governance, la certificazione rappresenta un supporto importante. Nel percorso ESG stiamo definendo nuove categorie e strumenti, e la cooperazione trentina sta offrendo un contributo significativo, come confermato dagli indirizzi dell’ultima Assemblea. La certificazione di parità di genere non è un obbligo ai fini dell’ESG, ma rafforza gli indicatori sociali e di governance. Come Provincia ci siamo dotati di strumenti specifici e continuiamo a svilupparli anche nell’ambito della manovra finanziaria 2026-2028, che comprende azioni mirate alla conciliazione vita-lavoro – ha concluso Sinelli - su questo tema stiamo elaborando riflessioni nuove, alla luce delle trasformazioni sociali in atto, e lavoriamo per creare condizioni realmente sostenibili nella gestione dei tempi di cura”.

Dai dati forniti dal Global Gender Gap Report redatto dal World Economic Forum emerge che l’Italia, pur essendo il settimo Paese più industrializzato al mondo, è all’85° posto su 148 rispetto alla parità di genere. Lo stesso studio stima che ci vorranno circa 136 anni per la parità tra donne e uomini nel mondo (ma 268 per la parità alla partecipazione economica). E uno degli ambiti caratterizzati da maggiori squilibri è il mondo del lavoro. Sono i dati con cui Barbara Poggio, Prorettrice alle politiche di equità e diversità dell'Università di Trento, ha aperto questo pomeriggio l’incontro “Cambiare lo sguardo, cambiare l’impresa”, organizzato dalla Cooperazione Trentina come occasione di confronto e approfondimento sul tema della valorizzazione del lavoro femminile.

“Il Trentino – ha aggiunto Poggio – presenta uno dei tassi di occupazione femminile tra i più alti in Italia. Un dato che però da solo non basta a raccontare la realtà del nostro territorio. Il dato di abbandono del lavoro da parte delle donne, ad esempio dopo la nascita dei figli, è molto rilevante. Così come il ricorso al part time, che spesso rappresenta una scelta obbligata per poter conciliare vita familiare e impegni professionali”. Questa situazione ha un impatto importante anche sull’economia e sulla capacità innovativa del nostro sistema economico.

Ecco, quindi, che diventa decisivo interrogarsi su strategie e strumenti utili alle imprese per la valorizzazione del contributo professionale di tutti e tutte. “L’evento di oggi – ha commentato Alessandro Ceschi, direttore generale della Cooperazione Trentina – ci permette di riflettere su un tema che, a mio giudizio, non è più eludibile: non possiamo più permetterci di relegare il lavoro femminile a un ruolo di secondo piano. Per farlo è fondamentale arricchire il bagaglio valoriale, che contraddistingue le nostre imprese, con azioni concrete. E per questo le occasioni di confronto come questa sono strategiche per capire cosa si può fare nelle nostre organizzazioni, quali strumenti attivare. Come, ad esempio, la certificazione di genere che, seppur da sola non sia sufficiente, può aiutare le aziende a realizzare luoghi di lavoro realmente inclusivi, in cui le persone si sentano pienamente valorizzate”.

Al centro del confronto, la certificazione della parità di genere secondo la UNI/PdR 125:2022, strumento sempre più strategico per accompagnare imprese e istituzioni in un cambiamento culturale concreto. “Il processo di certificazione, per essere efficace, - ha spiegato Poggio – deve aumentare la consapevolezza di tutte le persone presenti nell’organizzazione, coinvolgere la leadership ed essere costantemente monitorato”. Le strategie per riuscirci sono diverse, in base anche alla tipologia di impresa e all’ambito di attività, come è emerso dalle testimonianze presentate nel corso del pomeriggio.

In particolare, è stata evidenziata l’utilità del percorso di certificazione nel realizzare un cambiamento organizzativo condiviso, come raccontato da Mariasilvia Cadeddu, direttrice generale di Spes, che con Daniele Laratta, responsabile del sistema di gestione integrato di Spes, ha presentato l’esperienza della loro cooperativa. Ma affrontare un percorso di certificazione è soprattutto un’occasione di miglioramento, perché aiuta a focalizzare il posizionamento della propria azienda rispetto al tema, come ha detto Francesco Chiapperini, Head of Organizational Design, Processes & People Care di SIRTI. Opinione condivisa da Giulia Comper, responsabile Risorse Umane e Organizzazione della Federazione Trentina della Cooperazione. “Il percorso di certificazione – ha affermato Comper – ti obbliga non solo a fare ordine nelle tante azioni già avviate, ma anche cambiare sguardo. Noi lo abbiamo fatto anche raccogliendo il contributo di tutti i nostri collaboratori e collaboratrici, che ha portato alla nascita di una campagna di comunicazione volta a superare i bias in ambito professionale”. Infine, Luciana De Laurentis, Head of Corporate & Internal Communication di Fastweb e Vodafone, ha ricordato l’importanza della scelta accurata delle parole per costruire un cambiamento reale e duraturo.

Il pomeriggio si è concluso con il punto di vista di chi certifica, e quindi avvalora percorsi analoghi a quelli presentati, con il contributo di Salvatore Scutiero, amministratore unico di CERTIFICA srl, Irene Uccello, funzionaria tecnica e ispettrice presso il Dipartimento Certificazione e Ispezione di Accredia, e Karol Zago, neolaureata in Scienze Politiche con tesi sulla certificazione della parità di genere.

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(us)


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