Luca Comper, dirigente generale del Personale della Provincia autonoma di Trento, si è soffermato sulle prospettive legate all'introduzione del digitale nella gestione delle risorse umane visto che “big data, analytics, modelli predittivi e machine learning agiranno sull'organizzazione e sul tipo di competenze che verranno richieste ai nostri collaboratori”.
Dopo aver definito i tre pilastri dello smart work – autonomia, flessibilità, responsabilizzazione - Barbara Poggio, prorettrice alle politiche di equità e diversità dell'Università di Trento e moderatrice del workshop, ha evidenziato come “il lavoro agile sia una situazione win-win, che comporta maggiore produttività e maggiore benessere, traducibile in 14 miliardi di euro di beneficio per il sistema Paese”.
Lo ha confermato Paola Borz, direttrice di Tsm: “Lo smart working è un acceleratore dell'innovazione e del cambiamento, valorizza il capitale umano e di fatto è un alleato per i manager del futuro”, ha sottolineato. La responsabile di Trentino School of Management ha poi tracciato i contorni del lavoro manageriale a distanza che, in Italia, è sì in evoluzione ma ancora contenuto (riguarda 2 persone su 10) e decisamente più presente nelle multinazionali e nelle grandi aziende.
Nella seconda parte del workshop Stella Giampietro, responsabile Servizio per il Personale della Provincia autonoma di Trento, Elena Miglia, responsabile progetto Smart Working del Comune di Torino, Pascal Benard, Head of HR shared services di Axa Italia e Giovanni Andrea Iapichino, Responsabile People Caring TIM, hanno dato sostanza al convegno facendo da testimonial di best practices targate smart work.
Trento Smart City Week è un progetto condiviso da: Comune di Trento, Provincia autonoma di Trento, Università degli Studi di Trento, IEEE – Institute of Electrical and Electronics Engineers, Consorzio dei Comuni Trentini e Fondazione Bruno Kessler.
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