«E’ un piacere osservare il percorso di crescita di Salvadori – ha commentato l’assessore Achille Spinelli – nata come azienda familiare e oggi parte di una multinazionale, ma sempre caratterizzata da una costante: la professionalità dei suoi operatori e lo spirito innovativo. È motivo di soddisfazione sapere che un mercato industriale avanzato come quello statunitense veda nel Trentino, e in particolare nel Polo Meccatronica di Rovereto, un luogo dove cercare e trovare le competenze tecniche di cui ha bisogno per finalizzare ambiziose progettualità nell’ambito dell’economia circolare».
La storica azienda trentina – insediata nel polo tecnologico di Trentino Sviluppo a Rovereto, che oggi conta 35 dipendenti ed è controllata dalla multinazionale statunitense Technical Rubber Company – ha illustrato le caratteristiche della struttura, che permette di recuperare circa 6 tonnellate di gomma all’ora. L’impianto, progettato e costruito dalla divisione Salvadori Recycling, ha un’altezza di circa 10 metri e una capacità produttiva che gli permette di riciclare quasi 6 tonnellate di gomma all’ora, pari a circa 160 pneumatici da camion all’ora. Caratteristiche queste, particolarmente apprezzate sul mercato americano, a cui il macchinario è destinato.
«Negli Stati Uniti – spiega Andrea Pitto, direttore di Salvadori Recycling – il trasporto su gomma ha un impatto notevole. Di conseguenza macchinari come questo, che favoriscono il riutilizzo di una materia prima seconda, sono molto richiesti».
Nello specifico, a partire dal granulo di gomma che deriva dal processo di triturazione degli pneumatici, questo impianto produce cilindri di gomma, che successivamente sezionati diventano guaina fono-assorbente e antivibrante destinata a diversi campi di possibile utilizzo, tra cui gli impianti sportivi e l’ambito dell’edilizia, in cui è molto importante ridurre la propagazione di rumori e vibrazioni.
La struttura – che occupa una superficie in pianta di 24x6 metri ed è pensata per la lavorazione in continuo su 3 turni – si compone di un mescolatore con speciali vomeri e capacità di 3.300 litri e di uno speciale nastro collegato a una gigantesca pressa oleodinamica installata in una buca profonda più di un metro e dotata di un tavolo rotante per processare in continuo il materiale su più stampi. Tale “giostra” ha una capacità produttiva tripla rispetto allo standard, perché permette di processare fino a tre stampi all’ora, contro l’uno processato negli impianti standard.
Se la pressa è il cuore dell’impianto, il suo cervello è un PLC di ultima generazione, che permette di gestire tutte le fasi di lavorazione impostando ricette e parametri personalizzati ed è dotato di teleassistenza da remoto. Grande attenzione è stata posta nella fase di progettazione alla massima sicurezza di esercizio, all’ergonomia, alla produttività, alla facilità d’uso e configurabilità dell’impianto sia in termini meccanici che lato software. (m.d.c.)
Immagini ed interviste a cura dell’Ufficio stampa
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