La delibera approva un bando che definisce, con un calcolo teorico richiesto dall’Accordo collettivo nazionale, un numero di 171 zone carenti in Trentino. Questa cifra teorica è comprensiva non solo dell’assistenza primaria (medico di famiglia) ma anche della copertura, con incarichi a tempo indeterminato, di tutte le 20 sedi attive di continuità assistenziale (ex guardia medica) e delle 12 Case della comunità previste sul territorio trentino.
Il fabbisogno effettivo di nuovi medici di famiglia a tempo indeterminato (cioè titolari) sarà definito in un secondo momento, al termine di questa fase preliminare, tenendo conto di tre fattori principali: le cessazioni previste entro i primi mesi del 2026 (attualmente si stimano 19 cessazioni di medici di famiglia prevalentemente pensionamenti), la necessità di assicurare la presenza del medico nelle Case della comunità che saranno attivate progressivamente in Trentino e la copertura con incarichi a tempo indeterminato, anziché a tempo determinato, delle 20 sedi di continuità assistenziale. Infine si fa presente che il nuovo Accordo collettivo nazionale, firmato in questi giorni a Roma, darà ulteriori vantaggi per lo sviluppo della medicina territoriale.




