In apertura dei lavori, Mauro Zambotto, dirigente del Servizio Geologico della Provincia, ha ricordato che il servizio da lui diretto è nato proprio con la missione di monitorare il territorio dal punto di vista sismico. Stefano Fait, dirigente generale del Dipartimento Protezione civile, foreste e fauna della Provincia ha evidenziato l’importanza della formazione in questo ambito. Sono intervenuti per un breve saluto anche Nicola Casagli, presidente dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS che ha fatto una panoramica sull’attività dell’istituto, Daniele Spallarossa dell’Università di Genova, Marco Broccardo dell’Università di Trento, Giuseppe Naso del Dipartimento nazionale della Protezione civile e i rappresentanti degli ordini professionali interessati.
I terremoti avvengono e non possono essere ignorati, il Trentino non ne è esente. Lo ha spiegato, nella prima relazione tecnica del convegno, Alfio Viganò, del Servizio Geologico della Provincia autonoma di Trento, che ha parlato di alcuni fenomeni sismici storici che hanno interessato il Trentino. Monitoraggio e studio degli effetti, ha spiegato Viganò, sono alla base dell’attività che si sta facendo su questi fenomeni. Le informazioni sono riassunte nelle cartografie e nei cataloghi sismici. Importanti, ha aggiunto, sono anche lo studio delle sorgenti sismiche locali e l’analisi dell’esposizione allo scuotimento. In conclusione ha invitato a non sottovalutare la pericolosità sismica, ha auspicato che sul tema vi sia consapevolezza ed ha ricordato che sono già disponibili numerosi strumenti normativi e tecnici.
Ha inoltre fatto una panoramica dei temi principali oggetto degli approfondimenti della giornata: dal monitoraggio, che in Trentino si fa attraverso una rete di strumenti, alle conseguenze che i vari fenomeni hanno su persone e strutture, compresi gli studi sugli effetti in superficie in base alla geologia. Nel convegno si parlerà anche di emergenza e dell’importanza dell’attenzione da riservare a questi temi.