Martedì, 19 Novembre 2024 - 16:28 Comunicato 3228

A quattro anni dall’entrata in vigore delle Carte di sintesi della pericolosità, il punto della situazione in un convegno
Protezione civile, Fait: “Così mitighiamo i pericoli, ma è impossibile annullarli”

Tutelare il territorio e le attività che ospita è un obiettivo imprescindibile per il sistema di protezione civile. Strumento che raccoglie i potenziali pericoli è la Carta di sintesi della pericolosità della Provincia autonoma di Trento. A quattro anni dall’entrata in vigore, questo pomeriggio in un seminario di aggiornamento è stato fatto il punto della situazione, mettendo in luce criticità, possibili sviluppi ed eventuali migliorie. L’appuntamento è stato promosso dall’Associazione tecnici comunali e delle comunità e dagli Ordini professionali e Collegi tecnici, in collaborazione con il Dipartimento Protezione civile, foreste e fauna. “Il pericolo esiste e va gestito: può essere mitigato ma è impossibile annullarlo” ha spiegato il dirigente generale Stefano Fait, evidenziando come sia improprio parlare di operazioni di messa in sicurezza. “Il pericolo - ha aggiunto - va conosciuto per contenere e convivere con i fenomeni che possono verificarsi in un territorio di montagna potenzialmente fragile come il nostro e le carte di pericolo sono un’opportunità per poter attuare una corretta prevenzione”.
Seminario di aggiornamento a quattro anni dall’entrata in vigore delle Carte di sintesi della pericolosità [ Archivio Protezione Civile PAT]

Sono stati circa 150 i tecnici intervenuti negli spazi del Centro Studi Erickson per approfondire la questione. Sotto la lente, le diverse pericolosità che interessano il Trentino e che compongono la Carta di sintesi della pericolosità. Ogni aspetto è stato approfondito dai responsabili provinciali delle diverse strutture competenti: pericolosità geologiche relative principalmente a frane e crolli (Mauro Zambotto, dirigente del Servizio Geologico); pericolosità fluviali e torrentizie contenute in un database che raccoglie anche 4.000 segnalazioni di evento (Ruggero Valentinotti, direttore dell’Ufficio Adige, studi e pianificazione presso il Servizio Bacini montani); pericolosità valanghiva
(Mauro Gaddo, direttore dell’Ufficio Previsioni e pianificazione presso il Servizio Prevenzione rischi e Cue) e pericolosità da incendi boschivi (Alessandro Wolynski, direttore dell’Ufficio Pianificazione, selvicoltura ed economia forestale presso il Servizio Foreste). Degli aspetti urbanistici, infine, si è occupato Guido Benedetti (direttore dell’Ufficio per la pianificazione urbanistica subordinata presso il Servizio Urbanistica e tutela del paesaggio).

(a.bg)


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