Lunedì, 19 Novembre 2012 - 02:00 Comunicato 3587

L'Accademia della Montagna del Trentino impegnata nella formazione dei professionisti della montagna
PRESENTATO IL NIVOLAB, UNO STRUMENTO PER VALUTARE IL RISCHIO VALANGHE

L'Accademia della Montagna del Trentino, alla quale la recente legge provinciale in materia di professioni della montagna ha affidato tra il resto anche compiti relativi alla formazione, ha presentato stamani in Provincia "Nivolab" , un nuovo strumento di valutazione del rischio valanghe. "Quello che presentiamo oggi – ha detto Iva Berasi, direttrice dell'Accademia, – è al tempo stesso un progetto innovativo frutto dell'esperienza delle nostre Guide alpine, ma che mette a frutto anche lo studio comparato di altri precedenti progetti relativi alla prevenzione del rischio valanghe, facendone una sintesi divulgativa: noi contiamo che l'utilizzo di Nivolab già dal prossimo inverno, che speriamo sia molto nevoso, possa avere come risultato una diminuzione degli incidenti causati dal distacco di valanghe sulle nostre montagne".-

Egidio Bonapace, presidente dell'Accademia, per parte sua ha rimarcato "l'importanza della formazione dei professionisti della montagna grazie a questo piccolo manuale, che servirà sia agli istruttori sia alle guide, ma che contribuirà ad aumentare e ad affinare l'esperienza in montagna di tanti neofiti. E se non è pensabile di eliminare completamente il rischio valanghe, noi contiamo di diminuire sensibilmente i pericoli migliorando al contempo le capacità di valutazione, di decisione e di comportamento sulla neve".
Alla conferenza stampa erano presenti Sergio Franceschinelli, in rappresentanza dell'assessore provinciale al turismo Tiziano Mellarini ("ringrazio l'Accademia e le Guide alpine perché con questo strumento aiutano a migliorare l'immagine della montagna tra i suoi frequentatori"), Maurizio Panizza, presidente del Collegio dei Maestri di sci, Alberto Trenti del Servizio provinciale prevenzione rischi e della Protezione civile, il tenente colonnello Leonardo Matera della Guardia di Finanza, il colonnello Stefano Murari, responsabile della Scuola alpina della Guardia di Finanza di Predazzo, che era accompagnato dal luogotenente Edoardo Usuelli.
È quindi toccato alla Guida alpina Lorenzo Iachelini e a Martino Peterlongo, presidente del Collegio delle Guide Alpine, autori di "Nivolab", fornire sinteticamente alcune delucidazioni sui contenuti del progetto e sulla sua applicazione. "Nivolab – ha detto Iachelini, – parte dal presupposto che i frequentatori della montagna invernale sono sempre più numerosi e non tutti possiedono l'esperienza per valutare le condizioni della neve, dei pendii, dei fuoripista. Noi questa esperienza la vogliamo trasmettere innanzitutto ai professionisti della montagna, alle guide alpine, ai maestri di sci, ai colleghi del soccorso alpino, alle forze dell'ordine su cui grava il compito di assicurare per quanto possibile la sicurezza in montagna. A prima vista potrebbe sembrare uno strumento complesso, e non nascondo che un certo grado intrinseco di difficoltà esiste, ma Nivolab va proprio nella direzione di diffondere una cultura della montagna innevata che comprende capacità di osservazione, di valutazione, di decisione e di conseguente comportamento. Noi puntiamo molto sui corsi di formazione che l'Accademia della Montagna del Trentino avvierà a breve, ma anche su una ricaduta dei contenuti di Nivolab sul grande pubblico degli utilizzatori dei pendii nevosi per il fuoripista o anche solo per un'escursione con le racchette da neve".
Ha poi preso la parola il secondo Autore, Martino Peterlongo. "Tecnicamente "Nivolab" è una sintesi che abbiamo operato mettendo a confronto il metodo "3x3" elaborato da Werner Munter e dalla "Scuola svizzera", i risultati delle analisi di stabilità dei lastroni svolte dall'Università di Calgary e dalla "Scuola canadese" e le esperienze quotidiane delle Guide Alpine del Trentino nella frequentazione della montagna invernale.
Il metodo "3x3" di Munter prevede tre valutazioni (una da effettuarsi a casa, una sulla località in cui si dovrebbe svolgere l'escursione e una sul singolo pendio che si sta per affrontare) in merito condizioni meteo e del manto nevoso, sulle condizioni del terreno (se è esposto, se è in pendenza, se esistono già tracce più o meno recenti di precedenti escursionisti), sulle condizioni del gruppo. Tre valutazioni per tre condizioni, insomma: un modo per porsi delle domande e avere delle risposte sulle condizioni della neve e del tempo, su sé stessi e compagni di escursione.
Il secondo strumento riguarda il riconoscimento dei modelli di instabilità in caso di neve nuova dopo periodi di bel tempo freddo, di lastroni e di neve bagnata da irraggiamento solare o da pioggia: da queste osservazioni è quindi possibile ricavarne indicazioni su quale decisione prendere ed eventualmente su come comportarsi quando si è in escursione.
L'ARC (Avalanche Risk-Check) realizzato da André Henzen, infine, prevede una serie di bonus da assegnare all'inclinazione del pendio, all'esposizione, alle tracce, alle distanze di alleggerimento, in modo da stabilire il livello di pericolo (debole, moderato, marcato, forte).
Usati assieme questi tre strumenti consentiranno – soprattutto ai professionisti della montagna ma, via via, anche ai semplici escursionisti evoluti – di riconoscere e gestire con comportamenti appropriati le situazioni di pericolo più comuni, mentre i meccanismi di instabilità del manto nevoso possono essere monitorati anche con l'analisi stratigrafica dei cristalli di neve e col "test della colonna" che spesso forniscono informazioni molto utili. Il tutto è diventato un depliant stampato appositamente su carta idrorepellente, che l'esperto o l'escursionista evoluto potrà portare con sé fin sul luogo dell'escursione per aiutarlo a formarsi una decisione e a comportarsi di conseguenza.
Vale comunque la pena ricordare, hanno concluso i due Autori, che "in montagna il rischio di valanghe si può ridurre, ma non sarà mai uguale a zero; la miglior valutazione non serve a nulla se ad essa non corrisponderanno una decisione e un conseguente comportamento coerenti. Il rischio diminuisce con l'esperienza, e infatti noi raccomandiamo sempre che, al termine di un'escursione sulla neve, ciascuno si chieda se agirebbe ancora nello stesso modo e della risposta che si dà ne faccia tesoro. Abbiamo comunque una sola certezza: con le valanghe non ci si può confrontare, andrebbero solo evitate. Nivolab serve proprio ad aiutarci a prendere in qualsiasi situazione la decisione più appropriata e sicura per noi e per gli altri".
(m.n.)
Fotoservizio e filmato a cura dell'Ufficio Stampa -