E' toccato a Marco lo Conte, giornalista Il Sole 24 Ore, aprire l'incontro, ricco di spunti sul futuro. Con Giovanni Lo Storto, direttore Generale LUISS Guido Carli, si è parlato di tecnologia applicata alla formazione, ma anche di nuove esigenze. “Il tema è molto stimolante – ha detto Lo Storto – ci siamo abituati ad un modello di vita bello, ma facile. Oggi invece è trasformazione la parola d'ordine. Il tema della formazione è quello di provare a liberare la creatività dei bambini fin da giovanissimi. Che cosa quindi trasformiamo e come? Sostenibilità, innovazione, creatività, collaborazione e competizione, sono termini fondamentali da rendere sempre più attuali. Il progetto 42 Roma LUISS è l'esperimento lanciato in Italia e rappresenta una innovazione. Il nuovo percorso di studi, non richiede una retta, nemmeno un titolo di studio e superando un test, sarà possibile essere ammessi ad un ciclo di studi innovativo. La scuola non ha professori, trasformando così i docenti in designer di ispirazione e motivazione. L'apprendimento avviene 'peer to peer', gli studenti apprendono insieme, lavorando in team, cercando su rete le informazioni. La vera sfida è nel trovare il giusto mix tra tecnologia ed empatia”.
Dall'istruzione ai cambiamenti climatici con Carlo Barbante, direttore dell’Istituto di Scienze Polari del CNR, professore all’Università Ca’ Foscari di Venezia che ha presentato il progetto 'IceMemory'. “Il ghiaccio - conferma Barbante - registra particelle di gas e allo stesso modo rivela cause ed effetti dei cambiamenti climatici, risalendo anche ai fenomeni del passato. Sono molto importanti le informazioni che provengono dalle Alpi. La concentrazione di gas serra ha fatto aumentare notevolmente le temperature in tutto il mondo. I ghiacciai sono influenzati dai cambiamenti in corso. Per questo con diversi carotaggi cerchiamo di raccogliere informazioni, ricostruendo un archivio unico. Vogliamo preservare questi archivi climatici per le generazioni future. Oggi facciamo molte analisi di questi ghiacci, ottenendo informazioni straordinarie. Nel futuro, tra 30 o 50 anni avremo tecnologie sempre più precise e altre informazioni sui cambiamenti in corso”.
Ambiente ed energia sono stati invece al centro dell'intervento di Luca Beverina, professore ordinario di Chimica Organica all'Università Milano – Bicocca. “Stiamo cercando come chimici, di trovare sistemi per creare bioplastiche, come avviene già per i nuovi sacchetti compostabili della spesa. Alla fine del mio utilizzo dovrò poter rimettere in rete più materiali, creando un sistema di economie circolari, per proteggere l'ambiente. Per quanto riguarda l'energia, non sappiamo che cosa potremo scoprire tra 5 o 10 anni. Stiamo lavorando moltissimo alle batterie, per ottenere nuovi accumulatori, più performanti. I led nell'illuminazione, le tv sempre più leggere confermano le grandi mutazioni in corso, rispetto al passato”.
Non solo ricerca e innovazione ma anche dna e clonazione al centro dell'attenzione. La genetista, Isabella Saggio, all'Università La Sapienza di Roma ha sollecitato il pubblico in sala, ribadendo che: “L'immortalità esiste, la prova sta nel dna. Il caso della pecora Dolly ha aperto un dibattito infinito sulla questione. Oggi esiste un importante interesse economico legato alle tecniche 'anti-aging'. Si tratta in particolare di quei trattamenti mirati, che ritardano il normale processo di invecchiamento. Prodotti intelligenti che compensano le carenze tipiche di ogni fase di vita ed età della pelle ma non solo e che derivano da diversi processi. Si parla di trasfusioni di sangue giovane e di geni, ma anche di editing del genoma, modificando con grande precisione piccole parti della sequenza del DNA degli organismi viventi, con diverse tecniche”.
Ma al termine del suo intervento, la genetista ha avvertito: c'è una grande mescolanza tra soldi e tecnologia. Elemento cruciale per la nuova classe di economisti è la conoscenza, per non farsi trovare impreparati”.
Ha chiuso infine la mattinata un breve intervento del Premio Nobel, Daniel McFadden, Professor of Economics, Emeritus, University of California, Berkeley. Il Nobel per l'Economia, si è interrogato in particolare sui comportamenti dei consumatori ma anche sui possibili errori che rendono meno efficiente la distribuzione delle risorse disponibili nel mercato. “La storia dell'uomo economico – nasce molto tempo fa, ha ricordato - un tempo le risorse venivano distribuite senza ordine, poi l'uomo scoprì come fare scambi tra oggetti e beni diversi. Intelligenza, linguaggio e metodi definiscono l'homo sapiens. Il risultato di questa storia è che gli scambi fanno parte del nostro dna. Il commercio apri la porta alle successive evoluzioni.
Oggi pensiamo al commercio come talento sviluppato, che richiede logica e linguaggio. L'esperienza del commercio viene elaborata però a livello primitivo. Siamo spinti quotidianamente a creare commercio, ma la fiducia di cui abbiamo bisogno ci porta a seguire gruppi e reti. I mercati tendono a crollare senza delle guide di comando e controllo. Abbiamo sempre più bisogno di rispettare la natura del comportamento umano”.