
Le nuove sfide della moneta digitale ma anche sistemi di pagamento, educazione finanziaria ed euro digitale, al centro dell’attenzione durante l’incontro che si è tenuto venerdì mattina in sala Nones a Palazzo Benvenuti. Fabio Carducci (Il Sole 24 Ore) ha esordito, ricordando che la moneta si intreccia da sempre con decisioni di governi, autorità monetarie, soprattutto nei momenti più drammatici della storia.Paola Ansuini (Responsabile Comunicazione Dipartimento Tutela Clientela e Educazione Finanziaria, Banca d'Italia) ha sottolineato che questo incontro prende spunto da una mostra allestita proprio a Trento, che racconta l’evoluzione della moneta. “L’avventura della moneta è davvero avvincente – ha detto Ansuini – ma perché questa mostra? L’idea nasce da un forte interrogativo, posto proprio dal territorio, in merito alla finanza. In Trentino infatti, ragazzi e adulti sono molto più avanti della media nazionale in termini di educazione finanziaria. La nostra mostra è molto interessante: passa dall’oro alle scelte più avanzate che ci attendono con l’euro digitale. Attraverso filmati, laboratori e con un allestimento per le scuole, si scoprono i momenti di grande importanza per la moneta nella storia. All’orizzonte ci sono importanti sviluppi. C’è la prospettiva dell’euro digitale, in particolare, che sarà realtà dal 2026, con il nuovo regolamento europeo che ne definirà la forma. Nel 2028 potrebbe essere operativo. Sarà certamente uno strumento di pagamento digitale che ha alla base una garanzia pubblica dello Stato, molto diverso dalle cripto. Molto inclusivo, semplice e rispettoso della privacy”.
Il professore Leonardo Becchetti (Università degli Studi di Roma Tor Vergata) si è soffermato invece sul significato della moneta. “E’ unità di conto e fondo di valore – ha ribadito – serviva a superare il limite del baratto. La moneta è unità di conto ed è mezzo di scambio, ma anche e soprattutto fondo di valore. La criptovaluta oggi ha un problema enorme di volatilità, mentre l’euro tiene maggiormente il suo valore. Sulla moneta si fonda tutta l’attività della banca”.
Fabrizio Burlando (CEO, Bancomat) ha posto l’attenzione sui pagamenti digitali. Nel 2024, ha ricordato che i pagamenti elettronici hanno superato quelli con i contanti. “La moneta – ha aggiunto – prima di tutto è un sistema di fiducia condivisa. Se pensate al passaggio dal baratto alla moneta, questo ha permesso anche uno scambio di fiducia. I primi pagamenti con le carte di credito nascono in America, a fine anni ‘50. Nel 1983 in Italia nasce Bancomat, siamo stati innovatori. Il nostro simbolo rappresenta un gabbiano perché allora rappresentava la libertà finanziaria. All’inizio solo per ritirare denaro, poi per i pagamenti. Purtroppo però, l’utilizzo delle carte in Italia è ancora molto basso rispetto ad altri paesi europei.
Ansuini (Banca d’Italia) ha parlato inoltre del concetto di transizione digitale e di cultura finanziaria, che diventa di primaria importanza. Il fenomeno della desertificazione degli sportelli bancari è un grosso problema in molte zone d’Italia. Per questo oggi, diventa fondamentale saper utilizzare ‘home banking’ e strumenti simili. “Educazione finanziaria è sempre di più uso consapevole della tecnlogia”, ha concluso Ansuini.
Il professor Becchetti a proposito di finanza, ha ribadito come sia oggi il baluardo della democrazia. Ha citato le crisi dei mercati legate ai dazi americani. Immediatamente i mercati finanziari hanno detto a Trump di agire diversamente, dando una risposta rapida. Il boom dei pagamenti digitali è legato invece al periodo del Covid, dove si evitava l’uso delle banconote. L’euro digitale potrebbe essere un ottimo strumento anche per creare nuove politiche di sostegno ai redditi più bassi.
Infine in chiusura Burlando (Bancomat) ha confermato il boom dei pagamenti digitali post Covid. Ma cosa fa davvero Bancomat? “Siamo un circuito di pagamento. Noi non creiamo soldi ma siamo infrastruttura che collega chi ha una carta e chi ha un pos. Il secondo ruolo è quello di mettere fiducia nel sistema, investendo nel brand, dando inoltre certezza alle transazioni. Esistono regole precise che proteggono i consumatori. A fine anni ‘90 si è capito che erano fondamentali anche le collaborazioni internazionali. Il caso Russia in guerra è emblematico con la chiusura di alcuni circuiti di pagamento che hanno messo a dura prova molti cittadini. Oggi si punta sempre più sulle interconnessioni tra circuiti nazionali”.