La pandemia ha accorciato il digital divide e ha trasformato in opportunità di largo accesso contenuti e servizi digitali che prima erano solo di nicchia. Molte dinamiche sono state accelerate. Ma il futuro di internet è già in dirittura d'arrivo, con il sistema 5G. Che permette già di connettere oggetti da mobile. Le applicazioni di questa opportunità sono infinite: dall'intelligenza artificiale all'automazione industriale; dall'agricoltura di precisione alla guida automatica; dalla telemedicina alla logistica alle transazioni senza mediazione. Il sistema digitale ha già sostituito quello satellitare nella trasmissione delle partite di calcio.
"Il 5G è una rivoluzione - ha spiegato al Festival il professor Sassano, docente di Ricerca operativa alla Sapienza - perché trasforma internet da un fornitore di servizi immateriali a un provider di contenuti tangibili, materializzandolo". Non solo banda ultralarga, ma anche velocità di risposta. Nel 2020 già due miliardi di oggetti erano connessi, nel mondo. Sensori, visori, misuratori di parametri wearable (indossabili) saranno sempre più diffusi. Ma la domanda è: chi investirà e gestirà queste reti e questi dati e algoritmi? Ci saranno reti di servizio e servizi di reti, ha raccontato Sassano: "Lo faranno le piattaforme over the top attuali e nuove, i gestori di reti di telecomunicazione, i territori e anche le aziende. Le case automobilistiche vorranno gestire direttamente le loro reti di guida autonoma e sicura".
Sulle criticità del web 3.0 e del 5G si è soffermato Salvatore Rossi, presidente di Tim: "Ci sono diseguaglianze tra le connessioni, a seconda dei territori. Servono servizi neutrali, reti efficienti e sicure. La cybersecurity è fondamentale, altrimenti l'utopia di chi ha immaginato internet si rivela carta straccia, se finisce in mano ai malintenzionati. Cavi fisici e segnali elettromagnetici saranno sempre più convergenti". Mentre sul fronte dei contenuti televisivi la sfida si chiama gerarchizzazione dell'offerta e costruzione su misura di palinsesti mobili e parcellizzati in base alla disponibilità di tempo dei fruitori. La direttrice di Rai Play, Elena Capparelli, ha raccontato la crescita notevole dello streaming in casa Rai in quest'ultimo anno e mezzo: "Rai Play è cresciuta del 20% tra maggio 2020 e maggio 2021. Per il servizio pubblico nessuna audience è marginale".
La nostra vita in digitale
Il futuro è già qui e si chiama 5G (e web 3.0). La quinta generazione della rete dati garantisce velocità e reattività mai viste prima, grazie a un segnale enormemente più potente. Consentendo la connessione tra gli oggetti tramite internet. Con applicazioni, spunti, possibilità infinite per la vita quotidiana, il lavoro, la produzione, le comunicazioni, le interazioni, le connessioni. Ne ha parlato al Festival un panel di esperti: il presidente di Tim, Salvatore Rossi; il docente universitario della Sapienza Antonio Sassano, la direttrice di Rai Play Elena Capparelli. Le criticità? Coordinare il ciclo di vita degli oggetti connessi, gestire una mole enorme di dati e proteggere i dati e dare sicurezza alle connessioni.