Sabato, 21 Novembre 2020 - 19:59 Comunicato 2753

La Tv insegna? Non solo, educa

È un sì unanime quello emerso oggi dagli esperti interventi al webinar organizzato da Educa Immagine, la rassegna dell’audiovisivo che si intreccia con il festival EDUCA. Le potenzialità educative e formative – che investono anche gli altri media – dipendono dall’uso che se ne fa. Servono adulti capaci di accompagnare bambini, anche i più piccoli, e ragazzi nell’educazione all’immagine sia in famiglia che a scuola.

I bambini sono grandi consumatori di video in Tv, ma anche su tablet e al cinema; queste immagini sullo schermo sono un “mero” intrattenimento, un riempitivo o possono essere un utile dispositivo educativo e didattico? È questo l’interrogativo che ha posto Francesca Gennai, vicepresidente del consorzio Consolida, agli esperti intervenuti oggi alla Rassegna Educa Immagine.

"A partire dagli anni 90 - ha ricordato Cosimo di Bari - si sono contrapposte due scuole di pensiero: quella che faceva capo a Karl Popper di una TV come mattina maestra, e quella invece del professor Morcellini, che la tv possa fare bene ai bambini. Se pur contrastanti entrambi filoni finivano per sottolineare – ha affermato Cosimo di Bari: ricercatore presso l’Università degli Studi di Firenze e docente dell’Università degli Studi di Parma - come la tv, non solo insegni, ma educhi, nel senso che alimenta la nostra cultura. E questo vale anche per gli altri media. Per dire se educhi bene o educhi male, bisogna andare oltre le generalizzazioni. È comunque noto ormai a livello internazionale come attraverso i media passi non la realtà, ma una rappresentazione della realtà, per questo c'è bisogno di adulti che aiutino i bambini a comprendere questa distinzione.

Per Simone Fratini: formatore di Schermi e Lavagne - Dipartimento educativo della Fondazione Cineteca di Bologna, “il cinema è stata la prima rappresentazione della realtà audiovisiva ed è uno strumento di conoscenza, un dispositivo che può aiutarci nell'incontro con l'altro, ad entrare in contatto con un mondo che non è il nostro.  Conoscere il linguaggio, le regole sintattiche del cinema e delle immagini consente di essere più consapevoli e di sviluppare un spirito critico. E i luoghi per questa formazione sono la scuola e la famiglia.”

Parlare di nativi digitali perché fin da piccoli i bambini usano strumenti tecnologici è, secondo Cosimo Di Bari, fuorviante, in questo modo sembra infatti che non abbiano bisogno dell'accompagnamento educativo degli adulti. Anche bambini piccolissimi possono essere avvicinati ai media e all'audiovisivo purché questi non diventino "ciucci digitali". I consigli del ricercatore si sintetizzano in tre A: Autoregolazione, non solo regole quindi ma accompagnare il bambino affinché si autoregoli; Alternanza: gli schermi devono essere una delle esperienze, e non l’unica, nella giornata; Accompagnamento: stare accanto ai bambini e magari trasformare ciò che si è visto in altre forme come i disegni e le storie.

Alle tre A del ricercatore, Gianfranco Noferi, Vicedirettore Rai Cultura e responsabile Rai Scuola, ha aggiunto la metafora del nutrimento e della dieta: "tutti hanno bisogno di musica, spettacolo, storie, e i media in tal senso ci danno nutrimento, il problema è la dieta: se si mangia solo spazzatura - documentari violenti, fiction scadenti, film banali - questa dieta non produce buona educazione.” Dove e come gli adulti possono imparare ad orientarsi? “In Italia ci sono molti percorsi per la genitorialità che non investono però sul tema dell'educazione all'immagine. Una via da percorre e la collaborazione tra famiglie e nidi e scuole d'infanzia, dove invece si sta progressivamente diffondendo formazione e pratiche educative su questi temi." Noferi ha ricordato anche l'articolato sforzo che la Rai ha fatto, in collaborazione con il MIUR, con i suoi molteplici canali, la produzione di materiali ad hoc e i suoi archivi, per mettere a disposizione materiale didattico durante il lockdown raggiungendo così anche bambini e ragazzi che non avevano (e in Italia non sono pochi) strumenti tecnologici a casa o che li dovevano condividere con i propri famigliari. Un impegno che nel lockdown ha caratterizzato anche altri Paesi, come la Cina, il Messico e la Tunisia, ma che la Rai porta avanti ancora oggi, con un'idea che va oltre la pandemia.  Un ulteriore segnale è il Piano Cinema per la Scuola ricordato da Frattini: "fino a poco tempo fa l'educazione all'immagine era lasciata alla libera iniziativa degli insegnanti, da 3 anni con questo piano Miur e Mibact sostengono iniziative di formazione all’immagine e la diffusione di figure professionali specifiche all'interno dei percorsi scolastici".

 Tutti i dettagli e il programma completo sui siti www.educaonline.it e www.educaimmagine.it.

 

Il programma di domenica 22

11.00 – 12.00 IL NOSTRO CONCERTO, proiezione film e laboratorio a cura di Lanterne Magiche

14.30 – 15.30 LEZIONI SOSPESE: COSA CI HA INSEGNATO LA PANDEMIA? Con Paolo Costa e Ilaria Gaspari

16.00 – 17.00 TIKTOK: CHI È? Con Elisa Maino, Sonia Montegiove, Alice Valeria Olivieri | Modera Alberto Brodesco

17.30 – 18.30 TROPPA FAMIGLIA FA MALE? Con Laura Pigozzi, Paola Venuti

20.30 – 21.45 MOLECOLE, proiezione film e, a seguire, dialogo con Andrea Segre e Enrico Magrelli

 

I promotori

Il festival è promosso dalla Provincia autonoma di Trento, l’Università degli studi di Trento e il Comune di Rovereto, organizzato da Consolida con il supporto scientifico di Fondazione Bruno Kessler, Fondazione Demarchi e Iprase e il sostegno di Federazione trentina della Cooperazione e delle Casse Rurali Trentine. La rassegna Educa Immagine organizzata dal consorzio Consolida con i partner del festival, vanta la direzione artistica di Trentino Film Commission e il sostengo del piano Cinema per la scuola del MIUR e MiBACT e il contributo di Cassa Rurale di Rovereto.

(sdv)


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