"Queste verifiche - aggiunge l'assessore Panizza - sono state ovviamente condotte con la massima discrezione e riservatezza, come è abitudine e dovere da parte delle strutture dell'ente pubblico soprattutto in reazione a situazioni di particolare delicatezza. Voglio altresì ricordare che nel caso di patrimoni privati la normativa richiede massima cura nell'istruttoria, per evitare che eventuali provvedimenti limitino la libertà di disporre dei propri beni senza presupposti validi e rilevanti. Sta di fatto che dopo la valutazione sotto l'aspetto tutorio non è stata avviata alcuna trattativa per eventuali acquisizioni di oggetti specifici né tantomeno della raccolta di beni".
"Peraltro - prosegue l'assessore - la stessa Soprintendenza ha segnalato alla Soprintendenza per i Beni Librari, archivistici e archeologici l'esistenza di un piccolo corpus archivistico di interesse trentino. E infatti nel settembre di quest'anno sono stati acquistati, per l'Archivio Provinciale, dieci registri di carattere amministrativo contabile risalenti ai secoli XVII - XIX e connessi alla famiglia Travaglia, ossia la casata che abitava in origine l'edificio. E tuttavia vorrei ricordare che quest'anno la Provincia ha portato a termine la complessa operazione di acquisto della raccolta Caproni e la recente acquisizione di importantissime opere trentine già proprietà dell'antiquaria Amalia Cappelleti, recentemente scomparsa. Ciò ha significato assicurare al patrimonio trentino preziose documentazioni della nostra cultura e nel contempo sviluppare potenzialità espositive che non tarderanno ad avere una ricaduta anche sul versante del turismo culturale. Va inoltre precisato che, una volta organizzata un'asta pubblica, la competente Soprintendenza non può intervenire per partecipare alle operazioni ed aggiudicarsi eventuali lotti".
"Il mio personale auspicio - conclude Panizza - è che qualche oggetto appartenuto all'attività dell'artista trentina, che tanti rapporti ha intrattenuto con l'amministrazione provinciale (sono sei le opere vendute da Ines Fedrizzi alla Provincia e altre sette quelle in proprietà pubblica trentina) possa essere liberalmente donato per la pubblica fruizione. Tenuto anche conto del fatto che una sala, nel palazzo sede della Provincia, in piazza Dante, è stata dedicata proprio al suo nome ed arredata con alcune sue opere. E ricordando come, nel 2010, il Mart abbia dedicato all'artista, dopo la donazione di un importante corpus di lavori, una mostra ed un accurato catalogo. Qualcuno ci dica se questo vuol dire ignorare l'opera di Ines Fedrizzi". -
L'assessore Franco Panizza dopo l'articolo di un quotidiano locale: "Accurate verifiche di più funzionari della Soprintendenza: non c'erano pezzi di assoluta rilevanza"
LASCITO DI INES FEDRIZZI, NESSUN DISINTERESSE DELLA PROVINCIA
"Non corrisponde al vero quanto riportato oggi da un quotidiano locale, laddove si afferma che la Provincia si è disinteressata dei beni appartenuti all'artista trentina Ines Fedrizzi, domani all'asta. Nei mesi scorsi l'intero arredo della dimora di Cognola era stato infatti accuratamente visionato da più funzionari della Soprintendenza per i Beni storico artistici. Arredo già oggetto di inventario, catalogazione fotografica e stima preliminare per verificare l'ipotesi della presenza di opere di particolare interesse storico e artistico. Non sono stati però individuati pezzi definibili di assoluta rilevanza e di inequivocabile perdita se non fossero stati assicurati alla pubblica fruizione, considerata anche la presenza di materiali simili presso le istituzioni museali trentine e, in parallelo, la mancanza di manifestazioni di interesse per disporre di ulteriori opere di artisti già ben rappresentati, ad esempio nelle collezioni del Mart". Così Franco Panizza, assessore alla cultura, rapporti europei e cooperazione della Provincia autonoma di Trento replica oggi a quanto riportato da un quotidiano locale riguardo al presunto disinteresse della Provincia nei confronti del lascito di Ines Fedrizzi.-