
Nel parere si evidenzia ad esempio la mancanza di informazioni chiare sulla gestione e sulla destinazione di circa 2,5 milioni di metri cubi di terra e rocce da scavo, la cui movimentazione potrebbe avere effetti negativi sulla viabilità anche nel territorio trentino, in mancanza di adeguate soluzioni interamente in ambito veneto.
Un’altra preoccupazione riguarda l’impatto paesaggistico sul versante del Monte Baldo, che visivamente e soprattutto a distanza si percepisce in continuità tra i confini amministrativi, conseguente alla realizzazione dei due bacini artificiali da 800.000 metri cubi l’uno previsti: uno in Val d’Adige, vicino al canale Biffis, e l’altro sulle pendici del Monte Baldo.
La necessità di tenere in debita considerazione la tutela del Baldo è evidenziata anche in relazione alle progettualità intercomunali e interregionali connesse alla candidatura a patrimonio UNESCO, orientate alla salvaguardia della montagna nella sua interezza.
Non meno rilevanti le ulteriori criticità segnalate: il tema degli impatti idrici, sui prelievi e lo svuotamento di acqua sul fiume Adige, oltre che sulla rete idrica e le acque sotterranee, la mancanza per quanto riguarda gli aspetti di sicurezza di un piano di evacuazione, i potenziali danni per le economie locali degli ambiti confinanti legate a viticoltura, turismo enogastronomico e ricettività, settori che hanno nel paesaggio e nella qualità ambientale la loro principale risorsa.