È una transizione ambientale tutta concreta, quella di cui parlano Andrea Illy e Jefferey Sachs al Festival dell’Economia di Trento. “Al momento sono in atto tre grosse crisi ambientali, che interagiscono l’una con l’altra – spiega il docente della Columbia University: il cambiamento climatico, la catastrofe ecologica che impatta sugli ecosistemi e l’inquinamento. Questo comporta necessariamente un cambiamento del modo in cui “facciamo le cose”, ma perché tale cambiamento sia reale, deve coinvolgere tutti: tutte le persone e tutti i settori economici, nonché la politica. Abbiamo bisogno di piani che accelerino quanto abbiamo già iniziato a fare in questa direzione, e che coordino i movimenti. Abbiamo bisogno di leader che discutano di transizione ambientale e che diano ascolto e voce alla classe politica che oggi ha capito l’importanza di questi cambiamenti, ovvero i giovani”.
La transizione ambientale non è quindi più una scelta, ma un dato di fatto: “Dobbiamo spostarci verso un modello rigenerativo che consenta alle aziende di essere molto più efficienti dal punto di vista delle risorse, inquinando, al contempo molto meno – aggiunge Illy. È dimostrato da ricerche e previsioni, infatti, che potremmo avere vita migliore anche con il 10% delle risorse che stiamo utilizzando attualmente. E se ad ora la transizione sembra non essere per tutti, prima o poi lo sarà: o si agisce o si fallisce e tutte le aziende che non lo capiranno saranno destinate a svanire. Dobbiamo finalmente ammettere che non stiamo cercando di salvare il Pianeta – conclude - ma noi stessi, e che è nostro dovere dar vita a cicli di impatto positivo sugli ecosistemi, perché sono essi stessi a consentire la nostra vita sulla Terra”.