
“Aver giocato il Mondiale in casa per noi è stata una responsabilità, ma in termini positivi. Significa che stavamo facendo qualcosa di importante”. E sul risultato ha ammesso che le aspettative nei confronti degli Azzurri erano da podio. Aspettative andate in frantumi nella sconfitta contro la Serbia. “Siamo stati accompagnati da un’onda crescente di sostegno, gratificante ma non siamo riusciti ad andare fino in fondo. C’è da dire che dopo tanti anni di cicli - i Paesi dell’Est, l’Italia e poi il Brasile - ultimamente c’è grande alternanza tra le medaglie d’oro e questo rende tutto meno prevedibile”.
Il campionato italiano si conferma comunque uno dei più stimolanti, anche se questo porta a una grande stanchezza mentale degli atleti. “I giocatori non riposano mai. Nella programmazione individuale è importante trovare degli spazi di pausa. Chi ha fatto i Mondiali, dopo l’entusiasmo dei primi mesi di campionato, avrà una fase di down che dovrà essere gestita dai colleghi di club”. Ecco perché i giocatori del futuro dovranno essere sempre più resistenti, oltre che fisicamente e tecnicamente dotati.