Giovedì, 03 Giugno 2021 - 20:48 Comunicato 1368

L’appuntamento su “Patrimoniali e scelte residenziali dei ricchi”
I costi della competizione fiscale tra territori

Le differenze di tassazione negli Stati Uniti, in particolare per quanto riguarda la tassa di successione, e inoltre gli effetti delle diverse scelte in termini di possibilità di redistribuzione e di attrazione di imprese e capitali: ne ha parlato in collegamento Enrico Moretti professore presso l’Università della California a Berkeley. L’appuntamento, dal titolo “Patrimoniali e scelte residenziali dei ricchi”, poteva essere seguito online o presso la sala di rappresentanza della Regione a Trento. Ha moderato l’incontro il giornalista de “la Repubblica” Roberto Mania.

Tassare di più i ricchi, ha sottolineato in apertura Mania, è più difficile per vari motivi: per la possibilità che hanno di scegliere dove risiedere, perché possono avvalersi in modo maggiore di consulenti, ma anche per la loro capacità di influenzare le opinioni e di fare lobby. Su questo tema ha pesato inoltre, ha aggiunto il giornalista, un aspetto ideologico: ovvero l’idea che tutelando maggiormente chi ha di più, gli effetti positivi potrebbero arrivare anche a chi sta più in basso nella scala sociale. Il tema, ha evidenziato, è attuale anche in Italia, dove è stata recentemente avanzata una proposta.

Enrico Moretti ha analizzato le grandi differenze di tassazione che vi sono tra i diversi Stati negli USA, dove le differenze politiche si riflettono sulle politiche economiche e fiscali.

Tassare maggiormente, ha spiegato, consente di avere più risorse da redistribuire ma costringe gli Stati con la maggiore pressione fiscale a pagare un prezzo in termini di attrazione di capitali e imprese, di base fiscale disponibile e anche di posti di lavoro. Tassare i grandi patrimoni è difficile, ha sottolineato, in un mondo dove i ricchi sono mobili.

Complice la grande mobilità, negli Stati Uniti c’è quindi una competizione molto forte tra i diversi Stati.

Anche in Europa, ha spiegato Moretti, le differenze fiscali ci sono e generano competizione ma, rispetto agli Stati Uniti, hanno effetti temperati da una minore mobilità dei lavoratori e delle aziende.

Considerando i grandi capitali presenti negli Stati Uniti, ha aggiunto, il tema dell’applicazione o meno della tassa di successione è quindi di estrema importanza, con effetti potenzialmente notevoli anche sui bilanci degli Stati. Ma negli USA la tassazione non è l’unico fattore che influenza la mobilità dei ricchi; determinanti sono anche le condizioni ambientali che hanno generato lo svilupparsi di aziende e filiere produttive. La migrazione dei più ricchi, ha spiegato Moretti, è stata anche influenzata, a partire dal 2001, da una riforma fiscale federale; è condizionata inoltre dall’età delle persone.

Per evitare competizione tra territori e i costi che questa genera, ha aggiunto il professore, una possibilità, tanto negli Stati Uniti che in Europa, potrebbe essere la cooperazione ed un maggior coordinamento tra Stati in materia di politiche fiscali.

Moretti ha detto inoltre di concordare con l’idea che in Italia andrebbe ripensato l’intero impianto della tassazione, visto che nel nostro paese c’è già una pressione fiscale più alta rispetto ad altri paesi. Per generare opportunità e crescita, ha concluso, sarebbe auspicabile ragionare sulla possibilità di spostare la tassazione dal lavoro ad altri settori.

(lr)


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