“Nel XX secolo i capifamiglia rappresentavano la principale fonte di reddito ed era presente una netta divisione tra la fase della vita dedicata all’apprendimento e quella nelle quale le persone si realizzavano nel mondo del lavoro – è stata la premessa di Shafik -. Un modello che non vale più nel mondo di oggi, nel quale il mercato del lavoro è caratterizzato da una maggiore flessibilità e insicurezza”. Una delle principali spinte per il cambiamento sociale è rappresentato dalle donne. Per questo motivo – ha puntualizzato Sabbadini – è necessario che all’interno della società si possa fare affidamento sul contributo di ogni suo componente: “Scommettere sulle donne, che non vanno relegate a un ruolo secondario, garantisce la possibilità di scegliere i talenti all’interno di una platea più ampia. Migliorando conseguentemente la produttività. C’è bisogno di investire sull’istruzione anche dei bimbi più piccoli, e fare in modo che la formazione prosegua anche in età adulta alla luce di un mercato del lavoro caratterizzato dalla flessibilità”. Ecco dunque che la formazione continua dei lavoratori va promossa anche all’interno dei luoghi di lavoro e favorita con aiuti fiscali da parte dello Stato.
Il nuovo “contratto sociale” deve inoltre poter fare affidamento su servizi educativi per l’infanzia presenti capillarmente sul territorio. La società nel suo complesso va riorganizzata garantendo migliori aspettative di vita alle persone, i cui comportamenti vanno indirizzati anche rendendo la vita “più difficile” a coloro che adottano stili di vita che possono comportare conseguenze negative per la collettività (dal consumo di alcolici al tabagismo, fino al rifiuto dei vaccini). “Investiamo sulla consapevolezza” è stato l’appello delle relatrici, che hanno posto l’accento anche sulla necessità di investire nelle infrastrutture sanitarie e scommettere sulle nuove tecnologie per semplificare il contatto tra paziente e medico oltre che sul welfare di prossimità. “In una fase di recessione come quella attuale, il debito pubblico potrà essere abbattuto attraverso la crescita e non con l’austerità” ha concluso Sabbadini.
Shafik e Sabbadini hanno indicato la rotta per un nuovo contratto sociale
Formazione continua e valorizzazione di donne e giovani
Un nuovo contratto sociale per il XXI secolo. A indicarne i contorni sono state la direttrice della London school of economics Minouche Shafik e la direttrice centrale dell’Istat Linda Laura Sabbadini, nell’ambito di un incontro coordinato dalla giornalista di Repubblica Tonia Mastrobuoni oggi al Festival dell'Economia. Al centro del confronto, i cambiamenti in atto in Occidente – a partire dal 2016 - con la crescita dei movimenti populisti, del nazionalismo e dei conflitti attorno ai temi ambientali e ai ruoli sociali.