Il primo giorno, 26 ottobre, Giovanni Kezich ha tenuto la corposa relazione introduttiva al convegno “Folklore and anthropology in conversation”, terzo seminario congiunto del Royal Anthropological Institute insieme all’antica sorella e rivale, la Folklore Society of London. Fondata nel 1878, la Folklore Society è infatti l’altro grande faro della ricerca demoetnoantropologica di ambito anglofono, ed è quindi singolarmente significativo che, a suggello del recentissimo improvviso riavvicinamento tra i due sodalizi, che hanno attraversato un periodo di freddezza reciproca durato poco meno di un secolo, l’apertura dei lavori sia spettata proprio a “Carnival King of Europe”, un progetto di ricerca antropologico che affonda però le sue radici nell’ambito del folklore europeo, riconducendo così insieme folklore e antropologia, lungo un confine che, anche nell’accademia inglese, evidentemente non è più un tabù. A seguire, nel corso della conferenza, gli interventi di Paul Cowdell sulla folklorista inglese Violet Alford, di Marielle Risse sulle fiabe di ispirazione coranica nell’Oman meridionale, di Matthew Ryan-East sull’antropologo positivista Joseph Jacobs, di Massimiliano Carocci sull’Anthropological Index Online, di Leslie Sass sul folklore della Natività, di Florentina Badalanova Geller ancora su carnevali e mascherate nel ricchissimo contesto bulgaro. A presiedere la riunione, il direttore del Royal Anthropological Institute, David Shankland, e la presidente della Folklore Society, la professoressa Patricia Lysaght. Per il Museo, che conduce il progetto dal 2007, in una prima fase insieme a otto altri partner europei, e poi da solo a partire dal 2013, la posizione di tutto rilievo conseguita in un convegno londinese di questa qualità e autorevolezza rappresenta un bellissimo riconoscimento, che fa seguito al “Premio dell’Unione europea per il Patrimonio Culturale/Europa Nostra Awards 2017” conseguito nel maggio di quest’anno a Turku in Finlandia.
Il giorno successivo, 27 ottobre, vi è stata la presentazione pubblica del grande repertorio documentario che scaturisce dalla ricerca “Carnival King of Europe”: 38 film, suddivisi in 7 DVD tematici sui temi propri delle mascherate (Natale e dintorni; Scampanatori; Memorie pastorali; Eserciti per finta; Arature rituali; Girare il villaggio; Roghi sacrificali), più quello che contiene il film definitivo “Carnival King of Europe 2.1”, già vincitore di un premio prestigioso a Kyoto nel 2009. Tutti i film sono opera di Michele Trentini, il pluripremiato, talentuoso filmmaker roveretano, che per più di un decennio ha prestato la sua opera al Museo.
Da questo momento, tutto il cospicuo repertorio di documentazione cinematografica relativo al progetto “Carnival King of Europe”, frutto della ricerca sul campo effettuata in 13 paesi europei, viene preso in carico dalla distribuzione del Royal Anthropological Institute, che opera in tutto il mondo, sulla base di un contratto stipulato con il Museo.
Relazione di Kezich e film editi dal Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina presso il Royal Anthropological Institute
Due giornate londinesi per Carnival King of Europe, il progetto europeo del Museo di San Michele
Il Royal Anthropological Institute of Great Britain and Ireland, la veneranda istituzione britannica per lo sviluppo della ricerca antropologica, fondata nel 1871 sotto il patrocinio diretto della famiglia reale inglese, ha dedicato due giornate di attività nella sua prestigiosa sede di Fitzrovia, a Londra, a Carnival King of Europe, il progetto europeo del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina.