Il tema sarà dibattuto e approfondito negli interventi degli specialisti dell’ambito cardiovascolare, presentando i vari ambiti operativi dove il lavoro sul paziente si svolge sempre di più in collaborazione: cardiologia interventistica con cardiochirurgia e chirurgia vascolare-endovascolare, cardiologia con protonterapia, cardiologia interventistica con medicina interna, e infine cardiologia con medicina del territorio. L’approccio multidisciplinare che vede diverse figure professionali aiutarsi, confrontarsi e operare fianco a fianco per rendere ottimale la cura del paziente è stato adottato da tempo. L’obiettivo è ora quello di ampliare gli spazi di stretta collaborazione, passando dalla discussione dei percorsi alle applicazioni nelle stesse sale operatorie, che nel campo cardiovascolare si configurano sempre di più come aree di lavoro condivise da differenti professionalità.
Oltre l’ambito dell’assistenza negli interventi verranno analizzate anche le grandi potenzialità che emergono dal confronto con il campo della ricerca e dell’Università e più in generale con l’ambito della comunicazione, uno strumento che si può rivelare estremamente efficace ma che se non controllato può provocare anche inconvenienti.
Le patologie cardiovascolari rappresentano la principale causa di mortalità e morbilità nel mondo occidentale e sono fortemente in crescita nei paesi dell’Europa orientale. In quest’ambito la manifestazione più frequente rimane la cardiopatia ischemica con la sua forma acuta più grave l’infarto miocardico acuto, seguita dall’ictus cerebri. Secondo dati Istat del 2018 la cardiopatia ischemica è responsabile del 9.9% di tutte le morti e gli accidenti cerebrovascolari del 8.8%. Dati italiani del 2008 (Ufficio centrale di statistica e Istituto superiore di sanità) confermano le malattie cardiovascolari come prima causa di morte in Italia con più di 220.000 casi all’anno. Tuttavia, da studi epidemiologici si è potuto valutare che la riduzione di mortalità per cardiopatia ischemica in Italia dal 1980 al 2000 ha interessato più di 40mila persone e che nel 58% dei casi è da addebitare ad una migliore prevenzione mentre nel 40% circa ad un migliore trattamento delle cardiopatie acute. Una patologia cardiaca cronica fortemente in crescita negli ultimi 30 anni è lo scompenso cardiaco, patologia che rappresenta la tappa terminale di tutte le cardiopatie e che è aumentata per il miglioramento della sopravvivenza dei cardiopatici nonostante patologie severe. Negli ultimi anni sono stati introdotti molti trattamenti farmacologici e non, che sono riusciti ad impattare sulla prognosi e sulla qualità di vita anche di questi ammalati cronici.
Da questi dati emerge come le malattie cardiache siano da considerarsi una delle principali cause di morte nei paesi occidentali, anche se molto è stato fatto in termini di prevenzione e cura con significative ricadute sulla prognosi dei pazienti.