
Nell’ambito dei dialoghi pubblici che si sono svolti nella giornata di oggi, sono state fornite alla cittadinanza informazioni importanti sui comportamenti da adottare in caso di alluvioni e frane. A partire dall’acquisizione delle informazioni pericolo previste sul territorio (attraverso i canali dell’ufficio stampa della Provincia e della Protezione civile del Trentino) e sulle misure adottate dai singoli Comuni.
Prima di un’alluvione - ha spiegato Filippo Zambon (Servizio prevenzione rischi della Provincia) - la raccomandazione è stata soprattutto quella di proteggere i locali che si trovano al piano strada e di chiudere le porte di cantine, seminterrati o garage. Durante l’evento è invece bene non scendere ai piani inferiori per mettere al sicuro l’automobile o altri beni: si rischia la vita. E ancora, evitare l’ascensore e non bere acqua del rubinetto, che potrebbe essere contaminata. Se invece ci si trova all’aperto, la raccomandazione è di evitare di utilizzare l’automobile e raggiungere rapidamente l’area vicina più elevata, evitando di dirigersi verso pendii o scarpate che potrebbero franare. Bisogna inoltre limitare l’uso del cellulare, poiché tenere libere le linee facilita i soccorsi. Dopo una frana, come ha ricordato il dirigente del Servizio geologico della Provincia Mauro Zambotto, è bene evitare di sostare sul bordo o sulle creste superiori delle frane o di attraversare i canaloni per scongiurare il rischio di essere travolti. Le informazioni relative ai rischi relativi alle diverse zone del nostro territorio sono contenute nelle mappe della pericolosità, disponibili sul sito della Protezione civile trentina, come ha ricordato il dirigente del Servizio prevenzione rischi e Cue della Provincia, Stefano Fait. La dirigente del Servizio gestione strade e parchi del Comune di Trento, Claudia Patton e il coordinatore del Piano comunale di Protezione civile, Alberto Pisoni, hanno illustrato il piano di emergenza attualmente in vigore. Infine, un’analisi storica sulle alluvioni in Trentino è stata proposta dal dirigente del Servizio bacini montani, Stefano Malpaga, che ha evidenziato come sia necessario essere consapevoli della forza della natura, specialmente in un territorio montano come il nostro. Perché il rischio zero non esiste, e sta alla competenza delle strutture intervenire affinché i pericoli vengano mitigati.