Il 70% degli studenti della scuola secondaria di I grado ha la sensazione di perdere tempo, soprattutto quando non fa qualcosa di utile (40%). Il 40% dei ragazzi della scuola secondaria di II grado ritiene una perdita di tempo i social, le serie tv e la musica. “Mentre fai una cosa che ti piace, qualcosa che piace a me, che non è niente di concreto, che non aiuta la scuola… Ti sembra di aver sprecato tempo, tipo io suono la chitarra da quando ho 6 anni, però sto smettendo perché non è una roba che serve nella vita”. Ne viene fuori, quindi, una visione cupa: i giovani sentono che gli adulti non credono in loro e non si sentono supportati nel perseguire le loro ambizioni. Il tempo, che ritengono impossibile da definire, è un tempo che fagocita visti i ritmi accelerati che non tutti riescono a seguire, portando dunque ad un potenziale isolamento. “Io sento che il mondo va più veloce rispetto a me, il tempo è più schematico e veloce e non mi dà molto spazio per la mente. Quindi io tendo a non fare più niente e starmene a casa”. Sentono poi il bisogno di andare oltre la didattica tradizionale verso una didattica partecipativa.
Quella pratica di insegnamento che rientra nel campo dell’attivazione cognitiva, importante per la qualità dell’insegnamento anche se più difficile da implementare in classe. Sul benessere a scuola degli insegnanti, è stata realizzata da Iprase un’indagine su 1.682 docenti nel periodo 2019-2024 attraverso il questionario di autoriflessione basato su TALIS (Teaching and Learning International Survey). Quello che emerge è chiaro: al crescere dell’età degli studenti aumenta il tempo effettivo di insegnamento, su cui influisce anche la dimensione della classe. L’attività amministrativa è associata a livelli più alti di stress legati al lavoro. Il benessere a scuola è influenzato anche dalla collaborazione tra gli insegnanti.
Rassegna stampa ad uso interno: Articolo da L'Adige - 21.04.2024