Venerdì, 06 Settembre 2013 - 02:00 Comunicato 2553

Oggi in Provincia la firma del Protocollo d'intesa fra i venti soggetti coinvolti
"ALPI LEDRENSI E JUDICARIA: DALLE DOLOMITI AL GARDA": LA CANDIDATURA A RISERVA DELLA BIOSFERA

Sottoscritto oggi, fra i 20 soggetti coinvolti, il Protocollo di intesa per la candidatura a Riserva della Biosfera dell'Unesco del territorio "Alpi ledrensi e Judicaria: dalle Dolomiti al Garda". Stamane in Giunta provinciale, su proposta del presidente Alberto Pacher, è stato approvato il documento, che sancisce un ulteriore passaggio di questo percorso condiviso, a cui è seguita la firma fra le parti. Entro la fine di settembre verrà consegnato il dossier per la candidatura, il pronunciamento è atteso a maggio del 2014. "Le Riserve della Biosfera sono una rete funzionale di laboratori all'aria aperta, secondo la definizione utilizzata dalla direttrice generale dell'Unesco, Irina Bokova - commenta il presidente Pacher -. In esse infatti le parole d'ordine devono essere partecipazione e sviluppo, perché le Riserve devono promuovere una relazione equilibrata fra la comunità umana e gli ecosistemi, devono essere siti privilegiati per la ricerca, la formazione e l'educazione ambientale, il tutto senza creare nuovi vincoli o tutele. In queste oasi l'uomo deve essere ricompreso, non escluso - prosegue il presidente Alberto Pacher -, tant'è che lo stesso percorso di certificazione è un riconoscimento proprio ai territori gestiti responsabilmente nel passato, dove già esiste un legame forte ma armonico fra territori e persone. Entrare in questa rete internazionale è davvero una grande opportunità".-

I territori che si propongono come Riserva della Biosfera "Alpi ledrensi e Judicaria: dalle Dolomiti al Garda", sono un unicum a livello nazionale ed internazionale, un'area dove si sono stratificati processi sociali, economici, storici, naturalistici, gestioni collettive e pianificazioni territoriali. Non a caso la proposta riguarda un territorio interessato, sia in passato che in tempi più recenti, da numerosi processi di sviluppo con un approccio dal basso, come l'Ecomuseo della Judicaria, la Carta europea del Turismo sostenibile nel Parco naturale Adamello Brenta, la Rete di Riserve delle Alpi ledrensi, con cui questo progetto dovrà entrare in stretta sinergia.
Si tratta di una superficie di circa 47.000 ettari compresa tra il lago di Garda e la vetta culminante delle Dolomiti di Brenta, all'interno della quale in meno di 30 chilometri in linea d'aria si coprono oltre 3100 metri di dislivello, con una grande variabilità climatica, di ecosistemi, di paesaggi, di insediamenti e di attività umane. 14.600 sono gli abitanti, 1,8% il suolo urbano, 8,6% quello agricolo e 89,6% i boschi, i prati e i pascoli, 34% le aree protette.
Venti i soggetti che la compongono: accanto alla Provincia autonoma di Trento, vi sono i comuni di Comano Terme (Comune capofila), Bleggio Superiore, Dorsino, Fiavè, Ledro, San Lorenzo in Banale, Stenico, Tenno, Riva del Garda, Storo, Bondone; partecipano anche le Comunità Alto Garda e Ledro e delle Giudicarie, il Parco naturale Adamello Brenta, il Consorzio dei Comuni Bim del Sarca, il Consorzio dei Comuni Bim del Chiese, l'Apt di Comano, Dolomiti di Brenta e l'Apt Ingarda Trentino spa, il Consorzio per il Turismo della Valle di Ledro.
Il percorso della Riserva della Biosfera "Alpi ledrensi e Judicaria: dalle Dolomiti al Garda" è piuttosto recente: l'idea è partita lo scorso febbraio dall'Ecomuseo della Judicaria, a marzo 2013 vi è stato un ordine del giorno approvato dal Consiglio provinciale per promuovere il processo di candidatura a "Riserva della Biosfera". Ad aprile sono stati invitati a visitare il territorio alcuni esperti Unesco; sono seguiti incontri al Ministero dell'Ambiente e alla sede Unesco di Parigi. In queste settimane si sta lavorando alla stesura del dossier per la candidatura, che andrà presentato entro la fine di settembre, il pronunciamento è atteso a maggio del 2014.
Se la candidatura andrà a buon fine, i soggetti che hanno sottoscritto oggi il Protocollo costituiranno un gruppo di lavoro che avrà il compito di redigere il Piano di gestione da sottoporre alle amministrazioni e alle Comunità e che verrà quindi tradotto in progetti operativi sul territorio. Nel Piano saranno previste tutte quelle misure rivolte alla valorizzazione del territorio e dei prodotti locali, alla formazione e all'educazione permanente, allo sviluppo sostenibile rivolto soprattutto alle giovani generazioni; nel programma anche azioni per migliorare la compatibilità tra le attività agricole-zootecniche e quelle turistiche, sviluppare un turismo a basso impatto ambientale, gestire correttamente il patrimonio idrico, cercare soluzione per la produzione di energia e contribuire così alla lotta contro i cambiamenti climatici, estendere a tutta l'area le buone pratiche gestionali sviluppate dal Parco Adamello-Brenta e dai Comuni più virtuosi, come la certificazione Emas. Ancora un ruolo importante lo avrà la Comunità locale che verrà coinvolta nei processi decisionali, attraverso la costituzione di uno o più forum territoriali permanenti.
La governance della Riserva della Biosferà è leggera e flessibile e si basa su un ente capofila, un tavolo di indirizzo, un gruppo di lavoro, un presidente e un coordinatore tecnico.

Coordinate
Il Programma MAB (Man and the Biosphere) è stato avviato dall'Unesco negli anni '70 allo scopo di migliorare il rapporto tra uomo e ambiente e ridurre la perdita di biodiversità attraverso programmi di ricerca, questo ha portato al riconoscimento, da parte dell'Unesco, delle Riserve della Biosfera e di un network mondiale per promuovere studi, ricerche e percorsi internazionali: nel mondo vi sono 621 Riserve, in Europa sono 166 concentrate soprattutto in Spagna, Germania, Polonia e Regno Unito. In Italia sono 9, l'ultima arrivata è quella del Monviso, ed è in corso di candidatura quella del Delta del Po.
In Trentino vi sono due aree riconosciute come Patrimonio dell'Umanità - le palafitte e le Dolomiti -, ma nessuna "Riserva della Biosfera". Nel giugno del 2009 le Dolomiti sono state infatti iscritte nella lista dei Beni ambientali del Patrimonio Mondiale: i nove gruppi dolomitici (Pelmo-Croda da Lago, Marmolada, Pale di San Martino-San Lucano, Dolomiti Bellunesi, Dolomiti Friulane e d'Oltre Piave, Dolomiti Settentrionali, Puez-Odle, Sciliar-Catinaccio- Latemar, Bletterbach, Dolomiti di Brenta), estesi su un territorio di 231 mila ettari, si elevano su 5 diverse province (Trento, Bolzano, Belluno, Pordenone e Udine) e sono iscritte nella Lista Unesco come Bene naturale e Bene seriale. Due anni dopo, nel giugno del 2011, anche gli insediamenti palafitticoli di Fiavè e Molina di Ledro sono stati dichiarati Patrimonio dell'Umanità nella lista dei Beni culturali, parte di una candidatura che comprende altri 109 antichi insediamenti delle Alpi, giudicati di elevato valore scientifico tra gli oltre mille conosciuti. -