Venerdì, 30 Settembre 2016 - 17:36 Comunicato 2057

Si certifica quanto più volte ribadito dalla Provincia
Punti nascita: il Ministero conferma la necessità di deroga statale per quelli con meno di 500 parti all'anno

Rispondendo ad un'interrogazione parlamentare, il Ministero alla Salute, recependo in toto gli elementi di risposta forniti dall'Assessorato alla Salute della Provincia autonoma di Trento, ha confermato quanto la Provincia ha più volte ribadito: la chiusura del punto nascita dell'Ospedale di Arco è avvenuta in seguito ad una valutazione tecnica e terza, basata sui criteri di sicurezza, da parte del Comitato Percorso Nascita nazionale (CPNn) e fatta propria dal Ministero.

Nella risposta ministeriale viene, infatti, ribadito ancora una volta - la ministra Beatrice Lorenzin si era già espressa chiaramente in questo senso il 20 luglio in risposta all'onorevole Ottobre - che i parametri operativi di sicurezza e tecnologici delle unità operative di Ostetricia, tra cui il criterio dei 500 parti/anno, sono funzionali unicamente all'aumento della sicurezza per la donna ed il neonato, quindi nulla hanno a che fare con considerazioni di tipo economico. 
Dalla risposta si evince anche come la competenza sulle soglie minime di attività, così come sui parametri qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi dell'assistenza sia in capo allo Stato, tanto che la declinazione degli stessi è contenuta nel decreto ministeriale n.70/2015. Il Ministero ribadisce quindi come la possibilità di derogare alla soglia dei 500 parti/anno risulti essere una procedura «eccezionale» la cui richiesta va formulata seguendo le indicazioni e fornendo le informazioni puntuali - contenute in un protocollo metodologico appositamente predisposto - richieste dal Comitato Percorso Nascita nazionale. Cosa per altro che la Provincia ha puntualmente fatto, fornendo correttamente e in maniera esaustiva tutti i dati richiesti, che come ricorda il Ministero provengono da fonti ufficiali (popolazione della provincia di Trento – dati ISTAT, e dati dei certificati di assistenza al parto – dati CEDAP). Nella risposta all'interrogazione viene rimarcato come il ministero abbia comunicato alla Provincia “la non ricevibilità della richiesta di deroga per i Punti Nascita degli Ospedali di Arco e Tione”. Il ministero sottolinea inoltre “che la valutazione del CPNn ha considerato elementi quali il tasso di natalità, gli spostamenti medi delle donne dai Comuni di residenza al comune sede del presidio ospedaliero, l'altezza media delle aree comunali sul livello del mare al fine di definire i tempi di percorrenza. Va, inoltre, ricordato che oltre il 50 per cento delle donne residenti nelle aree di Arco e Tione già nel corso del 2015 e del 2014 hanno scelto punti nascita alternativi rispetto a quelli dei due Comuni”. È stata inoltre riconosciuta l'efficacia della rete per la gestione delle emergenze che prevede oltre ad una diffusa presenza delle autoambulanze, la presenza dell'elisoccorso H24, in grado di raggiungere in pochi minuti l'intero territorio provinciale con squadre di assistenza comprendenti un rianimatore, un infermiere e un'ostetrica. Il Ministero conclude affermando che in oltre il 90% dei casi il parto risulta essere un evento fisiologico compatibile con i tempi di percorrenza delle strade trentine e che con la cessazione dell'operatività del Punto Nascita cessa la operatività unicamente della sala parti e rimane attiva, anzi potenziata, tutta la parte inerente al follow up della gravidanza, del puerperio e di tutti gli aspetti ambulatoriali connessi ai neonati. L'auspicio è che -commenta l'assessore Luca Zeni - con questa risposta si chiudano le polemiche strumentali che, ipotizzando dati non corretti o una competenza esclusiva della Provincia in materia di Sanità, hanno alimentato notizie fuorvianti. La Provincia sta intanto proseguendo nella piena attuazione del percorso nascita su tutto il territori provinciale, al fine di offrire i migliori servizi di assistenza alle donne e ai nascituri".

(sil.me)


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