Mercoledì, 18 Maggio 2016 - 12:14 Comunicato 965

Ieri sera l’incontro a Cavalese con il governatore Ugo Rossi
La riforma istituzionale tra futuro e comunità

Sono “futuro” e “comunità” le parole più importanti da usare quando si parla di riforma della geografia istituzionale del Trentino. Ne è convinto il governatore Ugo Rossi che ieri sera è intervenuto al Palafiemme di Cavalese ad un incontro pubblico dedicato al progetto di fusione tra i comuni di Cavalese e di Castello - Molina di Fiemme, su cui si esprimeranno gli elettori delle due realtà nel referendum di domenica prossima. Tra i relatori anche i due sindaci Silvano Welponer e Marco Larger. Al confronto sono intervenuti inoltre l’assessore provinciale Mauro Gilmozzi e il presidente del Consorzio dei Comuni Paride Gianmoena. “La riforma istituzionale - ha detto Rossi - rappresenta un modo di interpretare l’autonomia speciale del Trentino in maniera dinamica, dimostrando di saperla adattare alle sfide di oggi che impongono un utilizzo più efficiente delle risorse e un recupero sul piano dell’opinione pubblica, oggi condizionata da una visione più centralista che in passato”.

La legge provinciale di riforma istituzionale ha stabilito per i comuni trentini fino a cinquemila abitanti l’obbligo della gestione associata dei servizi; in alternativa è prevista la strada della fusione. “ La traiettoria che noi auspichiamo possa essere scelta dagli elettori - ha detto Rossi - è quella che porta ad una semplificazione del quadro istituzionale, ma abbiamo voluto che siano i cittadini ad avere l'ultima parola attraverso i referendum e qualsiasi sarà l'esito di queste consultazioni non verrà mai meno il sostegno della Provincia alle amministrazioni locali nel trovare risposte ai problemi della comunità”.
Ogni cambiamento organizzativo comporta, nel breve periodo, difficoltà e qualche disagio, lo ha ammesso il presidente Rossi che ha escluso che la scelta di intervenire sull’assetto istituzionale sia motivata solamente da ragioni di risparmio. “ Da quando è nata - ha detto Rossi - la nostra autonomia ha potuto contare su risorse e competenze crescenti, oltre a un generale clima positivo a livello politico nei confronti del decentramento politico e amministrativo. Oggi non è più cosi”. Di fronte alle difficoltà ormai strutturali della finanza pubblica e ai vincoli che arrivano anche dall’Europa, il Trentino, ha spiegato Rossi, con gli accordi siglati con lo Stato, ha messo in sicurezza le sue competenze e stabilito, su base pattizia, il contributo che dovrà dare per i conti pubblici. “In questo quadro - ha detto Rossi - l’autonomia va però adattata alle sfide di oggi è l’architettura istituzionale è una delle leve più importanti per farlo. Questo processo parte dalla struttura burocratica provinciale che deve essere sempre più snella ed efficace”. E’ necessario, ha spiegato Rossi, guardare al futuro con fiducia, conservando il proprio sentimento di appartenenza ad una comunità, sentimento che non potrà venire meno perché cambiano la modalità con cui vengono amministrati i territori. “Passa anche da qui – ha aggiunto il presidente - la capacita di confermare la nostra competitività per gli anni che verranno, mettendo assieme le migliori risorse di cui disponiamo”.
Silvano Welponer ha evidenziato che è proprio la scelta di varare il progetto di fusione che ha dato ai cittadini la possibilità di esprimersi su quale futuro vorranno. Con la scelta di procedere subito con le gestioni associate non sarebbe stato possibile. “Ci siamo resi conto - ha aggiunto Marco Larger - che non potevamo più intendere l’amministrazione dei comuni come si faceva in passato e che eravamo chiamati a collaborare di più”. Sono 11 i processi di fusione, che interessano 33 comuni ed oltre 40 mila elettori, per i quali si svolgeranno i referendum consultivi in programma in Trentino domenica 22 maggio. (lr)



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