Andrea Simoni, segretario della Fondazione Bruno Kessler ha evidenziato la necessità di preparare i giovani ad affrontare i cambiamenti, perché il Mondo corre veloce. "Non è più il tempo della ricerca che sta sulla collina - ha detto - ma occorre lavorare con le aziende e con i cittadini. Per questo - ha aggiunto Simoni - abbiamo messo in campo una serie di progetti che coinvolgono le scuole. I giovani per la Fondazione Kessler sono una priorità".
"Da quando è stato costituito, nel 2009, il Centro Ricerca e Innovazione della Fondazione Mach - ha detto il presidente Andrea Segrè - è diventato un punto di riferimento nel settore agro-alimentare e ambientale a livello internazionale. Il Cri - ha aggiunto - oggi conta 272 “menti” al lavoro, il 46% delle quali donne, il 35% in possesso di dottorato. Un’ulteriore prova della qualità scientifica arriva dalle 44 abilitazioni all’insegnamento universitario in prima e seconda fascia mentre la spinta verso il futuro appare evidente dall'età media del Centro: 36 anni, con un quarto della forza intellettuale sotto la soglia dei 30 anni".
"I giovani sono il cuore dell’attività dell’Università di Trento - ha spiegato il prorettore vicario Flavio Deflorian. La ricerca - ha detto - è il motore dell’innovazione e rappresenta una grande opportunità dal punto di vista formativo. Una palestra per le persone, anche per una piccola parte della loro vita".
Un rilievo autocritico è arrivato da Marco Andreatta, presidente del MUSE. "La ricerca - ha detto - dovrebbe essere programmata e diretta dai giovani. Presso l'Università di Trento ci sono solo 35 professori su 530 sotto i 40 anni. Dobbiamo mettere i giovani al centro e dargli poteri gestionali".