Venerdì, 30 Settembre 2016 - 18:14 Comunicato 2058

Al via la manifestazione "La ricerca va in città"
L'assessora Ferrari: "La scienza produce ricadute sulla vita dei cittadini"

La ricerca come motore di innovazione della società e dei territori ha come cuore centrale le persone, i giovani in particolare che rappresentano il futuro. Ma come possiamo garantire ai giovani meritevoli di lavorare nella ricerca sia nell'ambito pubblico, che in quello privato? Di questo tema si è discusso nel corso di un dibattito oggi nel Palazzo della Provincia, che ha di fatto aperto la manifestazione "La ricerca va in città" che ha coinvolto oggi il centro storico di Trento. Un occasione per offrire ai cittadini la possibilità di confrontarsi in situazioni informali con ricercatori e ricercatrici, per farsi raccontare i risultati delle loro attività, la passione che li anima, le motivazioni che li ispirano, il metodo che applicano.
A discuterne i rappresentanti delle principali istituzioni di ricerca in Trentino. Dalla Fondazione Kessler, al Muse, dall'Università alla Fondazione Mach.
"L’idea che la ricerca sia un luogo a parte - ha detto in apertura l'assessora Sara Ferrari - è sbagliata, perché, al contrario, essa produce effetti nella nostra vita quotidiana. La ricerca è qualcosa che riguarda il benessere di tutti e per il Trentino rappresenta un importante biglietto da visita, capace di aprire una finestra di dialogo con il Mondo. Iniziative come questa - ha aggiunto - sono fondamentali per far capire ai cittadini che gli importanti investimenti che la Provincia autonoma di Trento assegna alla ricerca hanno una ricaduta sulla loro vita".

Andrea Simoni, segretario della Fondazione Bruno Kessler ha evidenziato la necessità di preparare i giovani ad affrontare i cambiamenti, perché il Mondo corre veloce. "Non è più il tempo della ricerca che sta sulla collina - ha detto - ma occorre lavorare con le aziende e con i cittadini. Per questo - ha aggiunto Simoni - abbiamo messo in campo una serie di progetti che coinvolgono le scuole. I giovani per la Fondazione Kessler sono una priorità".

"Da quando è stato costituito, nel 2009, il Centro Ricerca e Innovazione della Fondazione Mach - ha detto il presidente Andrea Segrè - è diventato un punto di riferimento nel settore agro-alimentare e ambientale a livello internazionale. Il Cri - ha aggiunto - oggi conta 272 “menti” al lavoro, il 46% delle quali donne, il 35% in possesso di dottorato. Un’ulteriore prova della qualità scientifica arriva dalle 44 abilitazioni all’insegnamento universitario in prima e seconda fascia mentre la spinta verso il futuro appare evidente dall'età media del Centro: 36 anni, con un quarto della forza intellettuale sotto la soglia dei 30 anni".

"I giovani sono il cuore dell’attività dell’Università di Trento - ha spiegato il prorettore vicario Flavio Deflorian. La ricerca - ha detto - è il motore dell’innovazione e rappresenta una grande opportunità dal punto di vista formativo. Una palestra per le persone, anche per una piccola parte della loro vita".

Un rilievo autocritico è arrivato da Marco Andreatta, presidente del MUSE. "La ricerca - ha detto - dovrebbe essere programmata e diretta dai giovani. Presso l'Università di Trento ci sono solo 35 professori su 530 sotto i 40 anni. Dobbiamo mettere i giovani al centro e dargli poteri gestionali". 

(fm)


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