
“Sul Trentino – ha proseguito Fugatti – l’investimento complessivo ammonta a 420 milioni di euro e comprende gli impianti sportivi sui siti di gara ormai pronti, ma anche la ferrovia, gli autobus e diverse infrastrutture stradali. In questo percorso è purtroppo uscita Baselga di Piné. Una scelta sofferta, ma oggi abbiamo la consapevolezza che rientrerà per le Olimpiadi invernali giovanili del 2028 nell’ottica della sostenibilità e continuità nel tempo. A proposito di tempo, guardando un po’ più in là, tra poco più di una settimana scopriremo se il Trentino potrà ospitare i mondiali di ciclismo del 2031”.
All’appuntamento organizzato dall’Unione nazionale veterani dello sport di Rovereto in collaborazione con Olympic Media 2026 e aperto col ricordo dei tre giovani sportivi scomparsi in questi giorni, ha partecipato una folta platea di studenti che ha ascoltato direttamente dai protagonisti del presente e del passato cosa significa partecipare a un’olimpiade ma anche i passaggi necessari per ospitarla sul proprio territorio e l’eredità che lascerà una volta conclusa. La sindaca di Rovereto Giulia Robol ha introdotto la mattinata rimarcando l’importanza sempre crescente dello sport e dei suoi valori per l’amministrazione e per la comunità, Franco Nones, assieme al giornalista Franco Bragagna ha ripercorso le tappe che lo hanno portato a vincere la medaglia d’oro a Grenoble 1968. Il presidente della Fisi Tiziano Mellarini ha ricordato la genesi delle Olimpiadi in Trentino così come l’ex sindaco di Cortina Gianpietro Ghedina e il presidente del Coni Alto Adige Alex Tabarelli hano rimarcato il ruolo del centro veneto e dell'Alto Adige, mentre il presidente del Cip Trento Massimo Bernardoni ha sottolineato l’opportunità derivante dalle Paralimpiadi di dotare il territorio di impianti sportivi ed edifici pubblici e privati accessibili per persone con disabilità. Infine, i componenti del Coordinamento Provinciale olimpico Sergio Bettotti e Cristian Sala hanno concluso l’incontro ricordando lo sforzo sostenuto dalla Provincia dal punto di vista amministrativo e l’eredità preziosa che lasceranno i Giochi nella comunità trentina una volta conclusi.
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