Festival dell'Economia 10 anni - Speciale n° 5
maggio 2015

Festival dell’Economia Trento dieci anni di idee e di visioni

Il Festival che ci ha accompagnatial di là della crisi
Il Festival dell’Economia di Trento si è sempre contraddistinto per la sua capacità di affrontare temi al tempo stesso di ampio respiro e di stringente attualità, e cosa c’è di più attuale, oggi, della mobilità sociale? L’Europa – e con essa l’Italia – ha affrontato negli ultimi anni la peggiore crisi economica dal 1929, una crisi che ha rimesso in discussione equilibri e conquiste che sembravano consolidate, che ha costretto tutti a ripensare il concetto stesso di sviluppo, nonché a varare riforme estremamente impattanti e pervasive.
Noi tutti ci auguriamo di uscirne rinnovati, sul piano non solo economico e produttivo ma anche sociale, pienamente consapevoli delle responsabilità che ci siamo assunti nei confronti delle nuove generazioni e degli errori che non vogliamo più ripetere.
Tuttavia, non possiamo nasconderci che la crisi ci lascia in eredità effetti molto pesanti: solo per fare un esempio, i dati in nostro possesso dimostrano che nell’ultimo periodo l’accesso all’università da parte di giovani provenienti non tanto o non solo da famiglie svantaggiate ma anche dalle fila della classe media si è contratto.
Ora, istruzione e formazione sono da sempre veicoli privilegiati di mobilità sociale, anzi, direi di più, sono palestre di “democrazia reale”, sostanziale. Se il loro valore non viene più percepito come tale, o peggio, se ragioni legate al reddito, alle disponibilità economiche, riportano in auge un modello censitario di scuola e di università, deve suonare in tutti noi un campanello di allarme.
Il Trentino, rispetto a queste questioni, le sue scelte le ha fatte in tempi non sospetti. Abbiamo sempre utilizzato la nostra Autonomia speciale – una delle più ampie d’Europa, un’Autonomia che ci ha permesso di risolvere pacificamente conflitti potenzialmente esplosivi, come ha recentemente ricordatolo stesso premier italiano Matteo Renzi in visita a Mosca – per promuovere uno sviluppo che non lasciasse indietro nessuno. Il che non vuol dire “livellare”: siamo anzi perfettamente consapevoli dell’importanza di valorizzare il merito, le eccellenze. Prova ne è che abbiamo investito risorse ingenti in settori di punta della ricerca scientifica e tecnologica, oltre che nella scuola e nell’alta formazione.
Prova ne è anche che proponiamo ai nostri giovani sfide sempre più ambiziose, come quella della scuola trilingue, guardando agli esempi più avanzati a livello europeo. Il riconoscimento delle qualità dei più meritevoli è, del resto, secondo noi, un formidabile veicolo di mobilità sociale, di cui beneficiano anche e soprattutto coloro che, per nascita o per circostanze contingenti, sono meno privilegiati e meno “protetti”. Siamo quindi persuasi del fatto che non solo possiamo e dobbiamo continuare a parlare di mobilità sociale, rivolgendoci a chi si trova nella parte più bassa della scala dei redditi (basti qui ricordare che il Trentino è stato il primo territorio in Italia a sperimentare il reddito minimo di garanzia, fin dal 2009), ma che è proprio da questa “via stretta” che passa il rilancio della nostra società e della nostra economia. Perché mobilità sociale significa piena utilizzazione dei talenti, del capitale umano, per fini che vanno oltre le pur legittime ambizioni personali e che trascinano con sé una crescita delle comunità nel loro complesso. In caso contrario, tutto si cristallizza, si “rapprende”, si congela; e le disuguaglianze, percepite come insuperabili, generano al tempo stesso scoraggiamento e pericolose conflittualità.
Siamo quindi molto felici di ospitare, per questa decima edizione del Festival, relatori di eccezione, alcuni dei quali tornano a farci visita, segno che hanno trovato in Trentino un terreno fertile per far germogliare idee, discussioni, confronti. A ciò aggiungo che mi fa piacere l’attenzione che anche il mondo politico-istituzionale italiano, e parimenti quello dell’economia, ai più alti livelli, continuano a riservare alla kermesse trentina. Segno, questo, della sua capacità di coniugare la riflessione scientifica con i problemi reali, con quanto la gente discute ogni giorno nei bar, davanti alle tv o sui social network. Perché questo il Festival è sempre stato: un evento accessibile, un evento popolare, dal quale chiunque può uscire arricchito. Comprese anche noi amministrazioni locali, che ogni giorno ci misuriamo con le richieste e i bisogni delle comunità che ci hanno dato fiducia, guardando quindi ai territori e alle loro peculiarità ma senza perdere di vista i più ampi scenari del mondo globalizzato, con il loro carico di incognite e con le indiscutibili opportunità che racchiudono.

Ugo Rossi
Governatore del Trentino