Il volontariato, che è una scelta a favore degli altri, è sempre stato il valore aggiunto del Trentino, la vera forza che ha permesso di oltrepassare i limiti che sembravano invalicabili, ha precisato l’assessore. A fare la differenza è stata la disponibilità garantita da tante persone e tanti giovani, un elemento che incarna i veri valori di una terra di solidarietà e cooperazione. Con iniziative quali Trento città del volontariato si può quindi affermare, ancora una volta, quali sono i riferimenti positivi, per trasmetterli in particolare alle nuove generazioni, mantenendo allo stesso tempo lo sguardo rivolto al futuro e ai percorsi innovativi a sostegno dell’altruismo. In questa direzione, ha concluso l’assessore, vanno anche le figure emergenti, come il “manager no profit”, un professionista volontario ma adeguatamente formato che affianca le associazioni.
“La sfida principale per noi è certamente far incontrare sempre di più il mondo dell’economia del profit con quello della solidarietà. Ci mettiamo inoltre a disposizione di una crescita in tutte le direzioni del mondo del volontariato e delle sue realtà associative”, spiega Luigi Tomassini, coordinatore della sezione di Trento di ManagerNoProfit, realtà nata nel 2016 a Milano con lo scopo di assistere gratuitamente il Terzo settore e che in Trentino supporta oggi una ventina di associazioni e ha 15 soci.
Nel corso della prima giornata del convegno ospitato dalla sala conferenze della Fondazione Caritro sono stati affrontati i fattori di evoluzione del volontariato “3.0”. Domani si prosegue con le tavolo rotonde su “Creare opportunità di crescita collettiva” e “I giovani nel volontariato”.