Giovedì, 17 Giugno 2021 - 17:00 Comunicato 1578

Coinvolti i bambini ed i ragazzi che partecipano ai servizi estivi
Parte il progetto pilota per l’applicazione dei test salivari

Al via la prima applicazione per i test salivari, la soluzione per monitorare la diffusione del Covid-19 interamente sviluppata in Trentino da Apss e Cibio con il sostegno della Provincia autonoma di Trento. Il progetto pilota “Screening dei bambini con test salivare” coinvolge i minori che frequentano i servizi estivi e relativi educatori e volontari che erogano l’attività educativa. Lo hanno deciso in condivisione l’assessorato provinciale alla salute, coordinato dall’assessore Stefania Segnana, il Cibio e l’Azienda provinciale per i servizi sanitari coinvolgendo l’Agenzia provinciale per la famiglia. “Il progetto dei test salivari è un’eccellenza per il Trentino - così Segnana -. Un sistema innovativo, che ci aiuterà anche nel prossimo periodo invernale per tenere sotto controllo la pandemia, utilizzabile su larga scala perché vi è stato un riscontro positivo da parte della comunità scientifica fuori Provincia ed è autorizzato dal ministero. L’intero progetto è l’esempio di una virtuosa collaborazione istituzionale ed è positivo che si veda ora l’avvio della prima fase applicativa”.

L’adesione è su base volontaria e la somministrazione - che consiste in un auto-prelievo di un campione di saliva usando il kit fornito dal Cibio - spetterà alle famiglie. 

In questa prima fase potranno essere raggiunti i 500 test a settimana, raccolti fra i minori da 6 a 17 anni e gli operatori non vaccinati. 

Il test salivare non è invasivo e quindi particolarmente adatto a bambini e persone fragili, pur restando comparabile come affidabilità al test nasofaringeo.

“Il test - afferma Antonio Ferro, direttore sanitario dell’Apss - costituisce un ulteriore strumento che permetterà una maggiore forma di tutela nell’erogazione dei servizi estivi per minori -. Il progetto da cui nasce è molto complesso e articolato, perché il tampone salivare prima non esisteva. Si tratta di un test molecolare e come tale i risultati, per affidabilità ed efficacia sono paragonabili a quello orofaringeo, così come la sua attendibilità”.

La finalità della fase pilota è testare il sistema e la sua tenuta a livello organizzativo su alcune realtà territoriali. Il progetto potrà essere esteso ad altri contesti più complessi - quali le scuole - allorquando la situazione epidemiologica lo richiedesse.

Ruolo fondamentale per gli aspetti di logistica è svolto dagli enti gestori dei servizi conciliativi che hanno aderito alla fase pilota. Proprio per fare il punto sulle modalità organizzative assieme agli enti si è tenuto oggi un incontro al quale hanno partecipato, oltre a Ferro e Segnana, Luciano Malfer, dirigente generale dell’Agenzia per la famiglia, Patrizia Pace, funzionaria della stessa Agenzia, Silva Franchini, dirigente medico responsabile del Servizio promozione ed educazione alla salute dell’Apss, per il Cibio il professore Massimo Pizzato ed i tecnici del laboratorio COVID DMA, che si occuperanno dell’analisi.

Cinque gli enti che partecipano: le cooperative sociali Kaleidoscopio, Adam99, Progetto 92, poi CusCamp Unitn e Aerat per le attività con il campus calcio Trento.

Alle famiglie coinvolte saranno illustrati tutti i dettagli su come effettuare il prelievo e sulle modalità di consegna del kit e di ritiro del test effettuato, che sarà analizzato nei laboratori del Cibio-Centro di biologia integrata dell’università di Trento, a Mattarello.

Il referto sarà poi consultabile tramite il portale TreC/FastTrec, di norma entro 48 ore dalla consegna del campione.



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