Martedì, 10 Gennaio 2017 - 16:30 Comunicato 39

Dal 15 gennaio al 12 marzo 2017 saranno in scena al Teatro “San Marco” di Trento 9 gruppi filodrammatici
Pomeriggi in platea con «La Vetrina del Teatro Co.F.As.»

Sarà la rassegna a carattere provinciale “La Vetrina del Teatro Co.F.As.” ad aprire, con nove spettacoli in calendario a Trento da gennaio a marzo, l'edizione 2017 di “Palcoscenico trentino”, iniziativa culturale organizzata per la ventunesima volta dalla Federazione provinciale delle Compagnie amatoriali. Le recite, che saranno ospitate al Teatro “San Marco”, sono previste a partire dal 15 gennaio, alla domenica pomeriggio, sempre con inizio alle ore 16,00.
Il cartellone, che comprende due rappresentazioni in lingua italiana e sette in dialetto trentino, è stato illustrato oggi nell'ambito della piattaforma di comunicazione Cultura Informa dal presidente della Co.F.As. Gino Tarter e dai rappresentanti delle nove compagnie partecipanti. La manifestazione gode del patrocinio e del sostegno dell'assessorato alla cultura della Provincia autonoma di Trento, della Regione Trentino – Alto Adige/Südtirol e del Comune di Trento.

Aprirà la rassegna lo spettacolo della Compagnia “S. Siro” di Lasino che domenica 15 gennaio porterà in scena «Tuta colpa del refredor», un divertente testo assemblato dalla filodrammatica stessa e incentrato sulla figura di un moderno Arpagone, avaro padre di famiglia alle prese con il matrimonio della figlia. Domenica 22 gennaio sarà invece la volta della Filodrammatica “Nino Berti” di Rovereto alle prese con «Tuti boni de ciacerar”, una commedia degli equivoci nella quale Loredana Cont dà dimostrazione di come il racconto di un fatto, passando di bocca in bocca, possa essere ampliato e stravolto fino a diventare una “non verità”. Si continuerà a recitare in dialetto domenica 29 gennaio con un testo che porta però la firma del grande umorista romano Achille Campanile. La Compagnia Teatrale “Starpaes” di San Giacomo di Laives ha realizzato un adattamento de “Il povero Piero”, presentato nell'occasione con il titolo «El por Pero».
La rassegna proseguirà il 5 febbraio quando la Filodrammatica “ACS – Punto 3” di Canale di Pergine porterà in scena «La parona del Grant Hotel», versione dialettale trentina di un testo del padovano Silvio Olin che utilizza il ritmo incalzante della commedia per raccontare l'avventurosa vacanza vissuta dagli ospiti di un albergo piuttosto sgangherato. Sette giorni dopo, domenica 12 febbraio, la Compagnia Teatrale “Gustavo Modena” di Mori proporrà un grande classico: «La famiglia dell'antiquario – ovvero la suocera e la nuora», capolavoro di Carlo Goldoni in lingua italiana nel quale non mancano però accenti veneziani nella parlata di alcuni personaggi.
Prende lo spunto dal successo televisivo delle gare ai fornelli «I canederli i è 'ndai al béco (P.O.T. - Prodotto Originale Telvato)» che sarà in scena domenica 19 febbraio. Il titolo la dice lunga in merito al piatto forte del menù teatrale che sarà offerto al pubblico dalla Filodrammatica di Telve Valsugana che ha realizzato in proprio la stesura di un testo divertente e ricco di colpi a sorpresa.
Il panorama linguistico della rassegna si arricchirà domenica 26 febbraio con il dialetto primierotto di «Refugium peccatorum», una commedia brillante di Gabriele Bernardi allestita dalla Compagnia Teatrale “El Feral” di Primiero. Si tratta della cronaca di una giornata piuttosto burrascosa trascorsa in un rifugio di montagna da un gruppo di persone appartenenti a mondi e culture diverse.
Domenica 5 marzo sarà sul palcoscenico del Teatro “San Marco” la Filodrammatica “San Rocco” di Nave S. Rocco con «La nef del zio Anselmo», versione dialettale trentina di una commedia del drammaturgo toscano Antonio Di Piramo. “La Vetrina del Teatro Co.F.As.” si chiuderà domenica 12 marzo con «Marcinelle - 8 agosto 1956», adattamento curato da Antonia Dalpiaz di un testo teatrale di Roberto Scarpa, giornalista e scrittore belga di origini trentine. Sarà in scena il Gruppo “Poe.Mus.” di Cognola che farà rivivere la memoria della tragedia avvenuta sessant'anni fa in una miniera di carbone del Belgio nella quale persero la vita 136 persone, fra cui anche un emigrato trentino. (f l.)



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