Giovedì, 20 Ottobre 2016 - 12:03 Comunicato 2212

Il 31° rapporto presentato oggi da Agenzia del lavoro. Il vicepresidente: “Conferma importante per il nostro modello di politiche industriali e di politiche del lavoro, ora avanti con il profilo di occupabilità”
Nel 1° semestre 2016 in Trentino cresce l’occupazione e cala la disoccupazione

Nel primo semestre del 2016 in Trentino cresce l’occupazione (+0,7% pari ad un tasso del 66%) e cala la disoccupazione (-0,6% pari ad un tasso del 7,1%). Dopo un 2015 già in forte recupero, nel primo semestre del 2016 anche le assunzioni e il saldo occupazionale sono in crescita, con un guadagno di oltre 1.000 posizioni lavorative rispetto allo stesso periodo dell’anno prima.
A confermarlo è il 31° Rapporto sull’occupazione in provincia di Trento, presentato stamani dal vice presidente e assessore allo sviluppo economico e al lavoro, insieme al Presidente dell’Agenzia del lavoro, professore Riccardo Salomone. I risultati positivi del mercato del lavoro sono riconducibili all’insieme delle politiche economiche e del lavoro realizzate in questi anni. Ora la Provincia autonoma di Trento ha messo a punto un ulteriore, innovativo, strumento di politica del lavoro con l’obiettivo di definire le possibilità di occupazione della persona disoccupata e facilitarne di conseguenza il reintegro nel mondo del lavoro: il profilo di occupabilità (tecnicamente “profiling”).
Il profilo di occupabilità (profiling) permette di accertare il grado di difficoltà di una persona in cerca di occupazione, calcolata in base alle sue caratteristiche personali e professionali, ma anche in base al contesto socio-economico e alla qualifica posseduta. “La grande sfida - evidenzia l’assessore - consiste nell’adottare un modello di profiling del disoccupato, che sia al contempo mirato e utilizzabile per tutti: questo ci permetterà di definire con maggiore dettaglio gli interventi a sostegno della singola persona, per potenziare le sue risorse e abbassare le barriere che rallentano il suo rientro nel mercato del lavoro. Un altro passo verso politiche del lavoro sempre più personalizzate ed efficaci, per passare dall’occupabilità all’occupazione ”.

La novità del 2016: il profilo di occupabilità (Profiling)

Nel 2016 Agenzia del lavoro sperimenta un nuovo modello Trentino per sostenere con maggiore efficacia i lavoratori in cerca di occupazione, il Profiling. 

Il modello del Profiling individua il “profilo di occupabilità” delle persone in cerca di lavoro, definendone il grado di difficoltà occupazionale sulla base delle caratteristiche personali, professionali e del contesto economico di riferimento, e rappresenta la base informativa su cui si costruiscono politiche di intervento personalizzate. In relazione al grado di occupabilità, individuato dal Profiling, alle persone vengono offerte una o più azioni di supporto tra orientamento, formazione e sostegno nella ricerca.

 “Le persone in cerca di occupazione – spiega l’assessore provinciale allo sviluppo economico e al lavoro - hanno risorse e potenzialità molto diverse tra loro e affrontano differenti situazioni di svantaggio personale e di difficoltà oggettiva all’occupazione. Risorse e barriere definiscono, nell’insieme, ciò che viene comunemente chiamato grado di occupabilità di un disoccupato. Solo capendo il grado di occupabilità si possono individuare gli interventi più efficaci per potenziare le sue risorse e per attenuare l’effetto negativo di alcuni  ostacoli”. 

Il progetto è partito da alcuni mesi e nella sperimentazione sono stati coinvolti 178 soggetti. 

 “Nel complesso - ci dice la dirigente generale di Agenzia del lavoro, Antonella Chiusole - lo strumento ideato e sperimentato costituisce un’utile guida per conoscere punti di forza e difficoltà delle persone in cerca di lavoro e per individuare gli interventi più adatti alla singola persona nella ricerca di lavoro, nell’aggiornamento delle competenze e nel potenziamento delle proprie  caratteristiche personali”.

I primi esiti di questa sperimentazione vengono presentati nel corso del convegno, dal professore Franco Fraccaroli dell’Università di Trento che ha dato il supporto scientifico e coordinato il progetto, e da Paola Garbari, responsabile dei Centri per l’impiego. 

 

31° Rapporto sull’occupazione in provincia di Trento

Il 31° Rapporto riporta una fotografia ragionata del mercato del lavoro in provincia di Trento e degli interventi di politica del lavoro del 2015 e del primo semestre 2016.

Il mercato del lavoro nel primo semestre del 2016

Nella prima metà del 2016 si rafforzano i segnali positivi rilevati nel corso del 2015.

Tra gennaio e giugno del 2016, sul fronte dell’occupazione, l’ISTAT registra un aumento di 400 occupati, accompagnato da un calo delle persone che cercano lavoro di circa 1.500 unità.

Nel primo semestre l’indicatore dell’occupazione cresce dal 65,3% del 2015 al 66,0%, mentre il tasso di disoccupazione scende dal 7,7 al 7,1%. 

Alla crescita dell’occupazione che fino al 2015 si è presentata solo per la componente femminile, ha contribuito nel 2016 solo parte maschile (+1.400), mentre le donne si distinguono per un maggior calo del numero delle disoccupate (-1.100 e -400 maschi). L’impulso alla crescita dell’occupazione viene dal terziario (+3.800 occupati) che da solo riesce a compensare la perdita di posizioni lavorative riscontrata in agricoltura e nel secondario.

Nel primo semestre del 2016 sono aumentate anche le assunzioni: se ne contano 55.384, lo 0,3% in più rispetto a quelle della prima metà dell’anno prima. La crescita delle assunzioni ha riguardato i soli maschi (+809 unità); le donne hanno perso 644 posizioni lavorative a causa della dinamica sfavorevole di alcuni comparti del terziario a forte presenza femminile (pubblici esercizi e commercio). Per cittadinanza crescono le assunzioni di persone italiane (+215 e -50 quelle straniere) e per età quelle dei giovani fino a 29 anni (+86) e dei soggetti con più di 54 anni (+524); calano invece di 455 unità gli assunti della classe centrale d’età (30-54enni).

Si fanno sentire gli effetti della riduzione dei benefici contributivi legati alle assunzioni a tempo indeterminato, che nei primi sei mesi del 2016 realizza 1.824 assunzioni in meno (-28,4%) anche se le assunzioni a tempo indeterminato risultano comunque superiori di quasi 500 unità, per un + 11%, rispetto al primo semestre 2014. Nel 2016, rispetto al 2015, crescono anche i contratti di apprendistato (+251), il tempo determinato (+1.316) e il lavoro somministrato (+941). 

I dati degli iscritti ai Centri per l’Impiego stanno migliorando: i disoccupati iscritti a fine giugno 2016 ( 34.938) sono 1.895 in meno rispetto al giugno del 2015 e calano soprattutto gli iscritti di più lunga durata (-1.325 iscritti da più di dodici mesi). Un altro dato positivo è che rispetto al primo semestre dell’anno prima si sono registrate 104 cancellazioni in più di persone che sono uscite dallo stato di disoccupazione perché hanno trovato un lavoro.

Anche sul fronte degli ammortizzatori sociali, si registra un calo tra gennaio e giugno delle ore di cassa integrazione richieste per il ramo industria (-38,4%); nei primi sei mesi del 2016, l’INPS ha autorizzato 1.035.157 di cui tre quarti per integrazione salariale straordinaria. 

Le politiche provinciali per il lavoro

Sotto il profilo delle politiche del lavoro, declinate nel Documento degli interventi di politica del lavoro 2015-2018, l’attività dell’Agenzia del lavoro si è incentrata sulla persistente necessità di far fronte alle situazioni di difficoltà occupazionale. 

Un dato di sintesi dell’attività dell’Agenzia del lavoro per il 2015 è costituito dai 98.148 lavoratori transitati (e che hanno beneficiato di almeno un servizio) ai  Centri per l’Impiego.

Nello specifico abbiamo 63.592 iniziative realizzate, di cui 24.548 colloqui di orientamento per disoccupati e per lavoratori disabili, 13.100 patti di servizio personalizzati, 17.220 interventi, quali  formazione, incentivi all’assunzione e alla stabilizzazione dei rapporti d lavoro, lavoro autonomo e garanzia giovani, oltre a  8.724 iniziative di sostegno al reddito, tra cui il Reddito di attivazione.

In questi interventi sono stati coinvolti nel 45% circa dei casi donne e per oltre il 40% giovani tra i 15 e i 34 anni. 

(sil.me)


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